“I cittadini che vivono nella zona industriale, nei pressi dell’autostrada, tra le centrali a biomassa e le industrie di ceramiche lamentano da settimane odori insopportabili, bruciori agli occhi e alla gola, fatica a respirare.
Questo problema in realtà persiste da anni tra alti e bassi, mai risolto” la denuncia è di Faenza eco-logica.
La realtà ambientalista ricostruisce gli ultimi passaggi legati ad un tema che da decenni attanaglia la città: “Nel 2017 fu siglato un protocollo di intesa tra Comune, e alcune aziende che allegarono un loro piano di investimenti per ridurre gli impatti odorigeni. Si trattava però solo di dichiarazioni di intenti, non necessariamente realizzabili. Ma di effettivi miglioramenti, ad oggi non si è sentito neppure l’odore.
Nel 2019, di fronte alle proteste per la “puzza” insopportabile, e al monitoraggio degli odori, tramite questionario, da parte di un nutrito gruppo cittadini sentinella, la Regione disse che aveva acquistato diverse strumentazioni per misurare le emissioni odorigene ed erano iniziati i corsi per istruire il personale ARPAE locale sull’uso.
Ma fu un ennesimo nulla di fatto, anche perché nel frattempo (agosto 2019) era arrivato il devastante incendio Lotras a concentrare tutte le attenzioni e sparigliare le carte, aumentando sensibilmente l’inquinamento del luogo. E così la puzza continuava indisturbata, a destra e manca, seguendo le folate di vento.
Dal 2020 i cittadini iniziarono a chiedere alla nuova Giunta Comunale di posizionare una nuova centralina ARPAE anche nel distretto industriale, ma anche questa richiesta fu cassata.
Siamo nel 2023 e i residenti devono tapparsi in casa per non respirare zaffate maleodoranti e probabilmente dannose per la salute.
Per quanto ancora?”
Faenza Eco-logica presenta poi una serie di richieste alle istituzioni locali: “Cosa hanno fatto le imprese per migliorare la situazione e cosa sta facendo il Comune per spingerle a ridurre gli odori e le emissioni?
Quali sono i dati sulla qualità dell’aria nella zona industriale? Perché non è mai stato condotto negli anni uno studio epidemiologico per valutare l’impatto di queste aziende sulla salute della popolazione limitrofa?
È mai possibile che a Faenza non è più un diritto respirare? Una cosa è sicura: a Faenza si è troppo tolleranti contro l’inquinamento!”