“Oggi, 5 dicembre 2023, ricorre la Giornata mondiale del suolo. Il suolo, immensa spugna di acqua, di CO2 e rifugio di biodiversità con vitali funzioni ecosistemiche, è un bene comune da proteggere, eppure i nostri amministratori continuano a considerarlo un “bancomat” per riscuotere soldi (i famosi oneri urbanistici).
Sul nostro territorio pendono due vergognose lottizzazioni su aree alluvionate, sull’orto della Ghilana a Faenza e su Biancanigo a Castelbolognese.
Come Faenza eco-logica ed Extinction Rebellion Faenza abbiamo già inviato le nostre osservazioni alle due Proposte di Accordo Operativo, che saranno sottoposte al CUAV, (Comitato Urbanistico di Area Vasta, dove siede anche un rappresentante della Giunta regionale) e poi saranno valutate dal Consiglio Comunale e dal Consiglio di Unione. Ci aspettiamo che vengano prese seriamente in considerazione e siano bloccati entrambi i progetti. Si tratta dilottizzazioni folli, su terreni inondati dall’alluvione di maggio per un’altezza che varia da 70 cm a 1 metro e mezzo. Fa sorridere come, in entrambi i progetti, i proponenti garantiscano la sicurezza delle villette che vi andranno a costruire, con lievi cambiamenti di progetto.
Come possono garantire una reale e duratura sicurezza delle case vicino ai fiumi, se è già difficile garantire la sicurezza delle case esistenti? E soprattutto perché gli amministratori accettano di esporre nuove case al rischio?
Stiamo andando verso una intensificazione dei fenomeni estremi, e le alluvioni “rare” o “poco frequenti” saranno molto più frequenti di quanto finora previsto.
Nel nuovo progetto che pende sull’orto della Ghilana il piano di campagna viene rialzato di almeno un metro ma, “vista la mancanza di sufficienti aree verdi pubbliche, sentito il parere dei tecnici di Hera, la laminazione viene assolta con il sovradimensionamento della fognatura acque bianche”.
In realtà il sovradimensionamento delle fognature non può in alcun modo sostituire la funzione di una vasca di laminazione: l’orto della Ghilana a maggio aveva funzionato proprio da grande vasca di terra assorbendo almeno 6000 tonnellate di acqua. Dove finiranno queste tonnellate di acqua a lottizzazione avvenuta, se dovesse capitare un evento simile o peggiore di quello di maggio?
La risposta è semplice, finiranno sulle fognature e sulle strade e case vicine, aumentando così il carico di rischio per tutti.
A nostro avviso, si profila anche un possibile danno erariale, visto che i risarcimenti per danni da allagamento saranno a carico dello Stato e non certamente dei proponenti o dei costruttori.
Nelle Osservazioni facciamo notare inoltre che la Conferenza dei Servizi ha dato il suo parere favorevole prima dell’evento alluvionale (in data 18/04/2023), ed è necessario che tutti gli enti rivedano il nuovo progetto modificato. In particolare la Soprintendenza, a nostro parere, deve esprimersi sul nuovo progetto, in quanto aumenterà il rischio idraulico a carico della villa storica la Ghilana (che non può essere rialzata) e le villette così “rialzate” interferiranno con la visuale della storica villa e delle colline.
Contestiamo anche il previsto abbattimento dei 19 pini adulti, alti almeno 20 metri e quindi con un’età stimata di 30 anni e una fronda imponente. Non può chiamarsi “riqualificazione delle alberature”, si tratta di abbattimento con conseguente depauperamento della biodiversità urbana e minore assorbimento di emissioni climalteranti. I pini saranno abbattuti per la scelta del comune di ampliare la strada di accesso, renderla a 2 corsie e fare un nuovo parcheggio a servizio delle villette.
Dove sta il bene pubblico?
Un futuro ricongiungimento stradale alla Via Orto Caporal oltre ad essere a carico del comune, implica consumo di suolo e aumento di traffico in via Orto Caporal a danno dei residenti e in controtendenza rispetto al PUMS che invece si pone come obiettivo quello di ridurre il traffico, creare “quartieri 30” e ZTL.
Ridicola anche la richiesta (sempre per quanto riguarda la Ghilana) di uno “sconticino” sugli oneri urbanistici. Verrebbe da dire…oltre al danno la beffa!
In definitiva chiediamo al consiglio comunale e all’URF di rigettare entrambi i progetti, lasciare il terreno alla sua funziona agricola, magari aiutando i proprietari a valorizzarlo con progetti rurali e sociali.
Continueremo a lottare contro queste lottizzazioni con azioni nonviolente, dimostrative e raccolte di firme. Non ci lasciamo intimidire dalle querele che ci sono state annunciate dall’avvocato della Coabi, né dalle invettive urlateci contro (durante i presidi) da personaggi appartenenti ad una nota agenzia immobiliare. Il suolo è un bene comune e va tutelato. “
Faenza eco-logica e Extinction Rebellion Faenza