“Siamo profondamente preoccupati dalla situazione di grave inquinamento dell’aria che imperversa da settimane su Faenza, così come in tutta la pianura Padana” a dirlo è Faenza eco-logica.

“A Faenza da metà gennaio il PM10, come rivelato dall’unica centralina (posta nel Parco Bertozzi), ha superato la soglia critica (50µg/m3 media giornaliera) per ben 7 giornate, rimanendo comunque per il resto delle giornate poco sotto la soglia, quindi su valori allarmanti per la salute umana, soprattutto per i bambini. Oggi Arpa indica un livello di PM10 di 70 µg/m³. La centralina inoltre è localizzata dentro ad un parco e lontana dall’ autostrada e dagli impianti industriali”.

Nonostante infatti le ripetute richieste, non è stata ancora installata una centralina fissa in via Granarolo per rilevare la qualità dell’aria.

“Si può solo immaginare quindi, cosa respirano i cittadini nel quartiere nord. Ogni giorno i polmoni nostri e dei nostri figli fanno aerosol di polveri sottili e altri inquinanti, dannosi per la salute. Cosa fa il Comune e la Re gione?
La regione ha varato l’ennesimo Pair (Piano Aria Integrato 2030). Servirà a qualcosa o sarà inutile come i precedenti?
Quello che serve lo sappiamo. Piantare alberi (e non abbatterli), non cementificare zone verdi con nuove costruzioni (che siano tangenziali o villette), limitare il traffico e investire su mezzi pubblici, che a Faenza sono molto scarsi, non ci sono nelle ore serali e difficilmente raggiungono la zona nord, dove sono concentrati cinema, Inps, luoghi di lavoro. Il Pums non ha fatto passi avanti da quando è stato approvato, non c’è stato un aumento delle zone pedonali o ztl (anzi le strade scolastiche sono quasi smantellate). Oltre alla necessaria limitazione del traffico, urge però imporre uno stop alle centrali a biomassa e altri impianti fonti di emissioni, almeno nei giorni di aria più inquinata. I cittadini della zona nord da tempo lamentano odori nauseanti, bruciore alla gola, e abbandono totale da parte delle istituzioni sia dal Comune sia dalla Regione.
La stessa consigliera regionale Giulia Gibertoni nel dicembre 2023 lamenta che la Regione non abbia fatto nulla per risolvere le emissioni odorigene che affliggono la zona nord di Faenza. E noi aggiungiamo, nemmeno il Comune ha fatto nulla, se non approvare progetti di ampliamento dei suddetti impianti.
Non è mai stato condotto uno studio epidemiologico sulla salute dei cittadini di Faenza, in particolare della zona nord, dove ricordiamo, insistono ben cinque centrali a biomassa (di cui una brucia anche rifiuti), industrie ceramiche e altri impianti. Il protocollo sottoscritto da sette aziende presenti nell’area industriale e dal Comune, è fermo al 2020. Prevedeva una concertazione fra le aziende e il Comune sugli interventi di mitigazione utili al miglioramento della situazione ma, a distanza di 4 anni, nulla è cambiato.
Cosa si aspetta? Perché la salute dei cittadini viene tenuta in così poco conto, privilegiando le logiche di profitto?”