“Pochi giorni prima di Pasqua è arrivata la “benedizione” del sindaco Massimo Isola alla nuova sede della Gruppo Ritmo, e l’annuncio della costruzione “nei terreni di via Portisano, via Romagnoli, via Fornarina, via Drei e via Gentili di circa 200 nuove case”.
All’inaugurazione, presenti, anche il vicesindaco Andrea Fabbri e il presidente di Gruppo Ritmo Giorgio Pulazza.
Davvero triste vedere come gli stessi amministratori che piangono sulle “ferite” causate dall’alluvione, chiedendo più soldi allo Stato, dall’altra continuano a brindare per il nuovo cemento in arrivo, aumentando il rischio per tutti”.

La critica arriva da Faenza Eco-logica. Il gruppo ambientalista ricorda come l’Emilia-Romagna sia “tra le regioni più martoriate dalla crisi climatica, con 52 eventi estremi solo nel 2024, è anche una delle quattro regioni d’Italia più cementificate. Quarta nella classifica dell’Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione ambientale (Ispra) per consumo di suolo con l’8,91% del suolo cementificato contro una media nazionale del 7,16%. La provincia di Ravenna supera anche la media regionale con un consumo di suolo del 10,25% nel 2023 (in costante aumento). Siamo la terza provincia per consumo di suolo in Regione.
Gruppo Ritmo è stata in questi anni la protagonista di imponenti lottizzazioni in tutta la Romagna, in particolare nella costa, e continua indisturbata nella sua vorace corsa, con i sindaci che si inchinano al suo passaggio.
Sebbene ci siano lottizzazioni lasciate a metà, di proprietà Gruppo Ritmo invendute, dove è stato gettato il cemento delle fondamenta ma poi non si è costruito (come quella di Via Romolo Cani) si continua a permettere di consumare gli ultimi pezzi di terra liberi rimasti. Gli amministratori non solo non mettono un argine, ma brindano con le imprese, abbandonando il loro compito di controllo, di indipendenza e di superpartes. Forse hanno già dimenticato la pessima figuraccia fatta con l’orto della Ghilana, quando prima per anni hanno promesso alle imprese di poterlo cementificare, poi all’ultimo hanno tolto il ghiotto boccone, dovendo loro malgrado dare ragione a noi ambientalisti. Non paghi di quella lezione i nostri politici ora ricominciano a “lisciare il pelo” ai costruttori”.

Dopo le alluvioni, il Piano Urbano Generale non è ancora stato approvato: “Perfino il vincolo assoluto di inedificabilità su zone alluvionate, una delle poche cose buone fatte da Bonaccini e da Figliuolo nel post alluvione 2023, è stato tolto, così come ha rivendicato orgogliosamente la faentina Manuela Rontini, sottosegretaria alla presidenza e braccio destro di De Pascale.
Intanto la Romagna sta tornando quella che era, una palude, e il cemento appesantisce la terra che sprofonda.
Stiamo andando allegramente verso un’era di disastro climatico, mentre i sindaci tagliano nastri e ballano con i ricchi imprenditori, sul Titanic che affonda”.