Venerdì 10 gennaio, alle ore 21, al Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea di Palazzo Laderchi, corso Garibaldi 2, l‘associazione culturale “Acsè'” in collaborazione con l’associazione Museo del Risorgimento, nell’ambito della mostra fotografica “Faenza distrutta, Faenza ricostruita” (che presenta splendide immagini messe a disposizione dalla Fototeca Manfrediana), in corso fino al 26 dicembre al Museo, promuove la conferenza:
“Faenza: dagli albori del ‘900 alla ricostruzione edilizia”.
Relatore l’arch. Ennio Nonni
Il titolo è già di per sé significativo per ripercorrere quel periodo che è stato certamente il più difficile, ma allo stesso tempo più entusiasmante della storia della nostra città. Nel dopoguerra, fino alla metà degli anni 50, Faenza si è messa nelle condizioni per rinascere un’altra volta; non solo dal punto di vista edilizio, bensì culturale e sociale, grazie alla presenza di uomini di cultura e politici di primissimo piano. Sembra oggi impossibile che Faenza, uscita dalla guerra con l’80% delle case inabitabili e con una crisi economica senza uguali, possa essere risorta in dieci anni.
Ma com’era prima Faenza? Fin dall’inizio del 900 una città con una forte propensione alle innovazioni tanto da sperimentare il primo piano regolatore, le nuove architetture liberty e il magnifico e controverso viale della stazione. Poi la grande crisi della Grande Guerra, seguita dai due decenni del periodo fascista, dove pur a fronte di eccessive demolizioni, i Podestà faentini per contrastare la crisi e combattere la disoccupazione misero in atto un poderoso programma di lavori pubblici. Poi il buio della guerra e la ricostruzione della città all’ombra della torre civica: dov’era e com’era.
La mostra, a entrata libera, visitata da migliaia di faentini, ha già ottenuto un grande successo di pubblico. Nella sola serata del 5 gennaio sono state oltre 250 le presenze registrate al Museo.