Faenza Cresce esprime una posizione chiara in merito alla proposta di legge regionale su “procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”, sulla quale è stata discussa e votata una mozione nel Consiglio Comunale di Faenza del 27 aprile 2023.
“La questione, ci teniamo a metterlo in evidenza, non è certamente di competenza comunale, ma riporta a temi etici sui quali le posizioni personali possono divergere e vengono messe alla prova.
Sarebbe stato fin troppo semplice nascondersi dietro un voto di astensione: abbiamo invece ritenuto importante portare il nostro contributo, che si è tradotto in un voto contrario al testo della mozione” spiega Faenza Cresce.
“La Corte Costituzionale ha chiarito che il diritto alla vita è da iscriversi tra i diritti inviolabili, come valore supremo sui quali si fonda la Costituzione italiana. Anzi è il primo dei diritti inviolabili dell’uomo in quanto presupposto per l’esercizio di tutti gli altri.
La recente sentenza della Corte (22 novembre 2019, n. 242) si è limitata a escludere la punibilità dell’aiuto al suicidio, pur in presenza di determinate condizioni molto restrittive, ma ha anche chiarito che ciò non corrisponde nè all’introduzione di un diritto al suicidio da parte del paziente, né tantomeno all’introduzione di un dovere del medico a dare esecuzione a tale proposito”.
La proposta di legge regionale in discussione prevede l’introduzione di “tempi certi” per dare corso alla decisione di ricorrere al suicidio assistito. Per Faenza Cresce: “Introdurrebbe di fatto un “dovere” da parte della struttura sanitaria e di conseguenza un riconoscimento del diritto al suicidio.
Riteniamo che NON possa essere la legislazione regionale a introdurre un tale diritto.
Restiamo dunque fermamente contrari alla proposta di legge regionale e al testo presentato ieri sera in Consiglio”.