“Il 31 di agosto varie testate hanno pubblicato un comunicato stampa del sig. Mingozzi (PRI) all’interno del quale sono presenti, secondo noi, imprecisioni, inesattezze e dati particolarmente fuorvianti che rimandano ad una visione del mondo ferma agli anni ‘70. Mingozzi in quell’articolo dichiarava che “nei prossimi 5 anni avremo un defici di offerta di risorse”. Nell’articolo si legge inoltre che, seppure nessuno sia contrario a potenziare risorse e tecnologie green come le rinnovabili e la Carbone Capture and Sequestration (la cattura di CO2 anche nota come CCS), per far fronte alla crescita l’unica strada è riaprire e anzi aumentare le estrazioni di metano in Adriatico.

Innanzitutto partiamo da un concetto base: quando si citano dei dati è bene che questi siano credibili. Mingozzi nel suo articolo riporta i dati del report 2024 redatto dalla International Gas Union (IGU). Inutile dire che si tratta di un’associazione di lobbisti del gas che hanno il solo interesse di promuovere l’economia del fossile (come dichiarano loro stessi sul sito). Non si tratta quindi di un’agenzia indipendente, qualificata e riconosciuta.

Il secondo dato, al limite del ridicolo, afferma che i consumi di gas sarebbero in crescita e che nei prossimi 5 anni avremo un deficit. Questi dati sono smentiti sonoramente dalla stessa Snam che il 22 Agosto scorso dichiarava gli stoccaggi pieni al 92% con prospettiva di superare i fabbisogni del nostro paese ben prima di ottobre. Se passiamo poi ai dati macro e prendiamo a riferimento realtà davvero indipendenti come l’IEA (International Energy Agency) o l’Unione Europea vediamo quanto l’IGU mistifichi la realtà a suo mero interesse speculativo. I dati indipendenti ci dicono chiaramente che i consumi di gas in Italia ed in Europa sono in costante calo dal 2014 (salvo un piccolo picco post covid dovuto alla ripresa economica dopo lo stop forzato). Gli ultimi dieci anni hanno visto il gas cedere il passo alle rinnovabili in maniera sostanziale. Nel primo semestre 2024 più della metà dell’energia prodotta in Italia ed in Europa deriva da fonti rinnovabili (fonti IEA, Terna, GSE), i costi di produzione di energia da gas si stanno costantemente alzando (in confronto alle FER) e questo presto si ripercuoterà, volenti o nolenti, sulle bollette di chi continua ad essere fortemente collegato al metano, come le famiglie e le imprese della nostra città.

Sempre l’IEA e l’UE hanno recentemente dichiarato che abbiamo investito troppo in infrastrutture per l’approvvigionamento di gas, così tanto che queste infrastrutture sono già oggi, prima di essere concluse, “stranded asset” cioè strutture che non si ripagheranno mai e i cui costi dovranno essere scaricati sulla cittadinanza.

Mingozzi dovrebbe invece spiegare ai cittadini ravennati come mai il tanto osannato Rigassificatore di Ravenna ha visto i suoi costi crescere così tanto da costringere recentemente la Corte dei Conti ad emettere un accorato appello. Il rigassificatore rischia di presentare un conto salatissimo ed insostenibile (come ha dichiarato la corte) sia in termini di costi di realizzazione che in termini di prezzo del metano immesso in rete.

Il rigassificatore non comporterà alcun beneficio diretto per i ravennati che potranno però “godere” di danni ambientali al mare, alla costa ed al turismo e di bollette più salate per cittadini ed imprese.

Sempre a Mingozzi chiediamo come mai dichiari che la CCS sia una tecnologia accettata da tutti (?) visto che a livello mondiale si stanno dismettendo tutti i progetti avviati.

Per amor di verità si dovrebbe spiegare che questa tecnologia si è dimostrata un totale fallimento economico ed ambientale in tutto il mondo tranne che in Islanda, dove però le condizioni sono particolari e non confrontabili con nessun altro luogo sul pianeta.

Come Verdi Ravenna crediamo che le competenze ed i posti di lavoro di un settore strategico come è stato quello delle estrazioni e trasformazioni petrolifere vada tutelato, ma non investendo in strade che tutti gli osservatori economici realmente indipendenti considerano morte e defunte.

È opportuno che questi saperi vengano convertiti in economie realmente sostenibili e le aziende devono essere accompagnate in un percorso di transizione che non può vedere l’investimento in fossile come obiettivo presente e futuro, ma una veloce conversione. I tempi sono maturi e le competenze ci sono, è necessario uscire quanto prima dalla dipendenza dal fossile semplicemente perché ciò sta regalando al nostro territorio danni ambientali e costi economici insostenibili. Il gas è destinato ad essere un bene sempre più costoso e né le famiglie né le nostre impreso possono permetterselo a lungo termine.

Dobbiamo riprogettare, insieme a cittadini ed imprese un nuovo modello economico e sociale per la nostra città. Chiudiamo invitando Mingozzi a riflettere su di un una frase attribuita ad Einstein: “se sei parte del problema non puoi essere anche parte della soluzione”.

Europa Verde Provincia di Ravenna