“Come +Europa Ravenna riconosciamo l’eccellenza culturale rappresentata negli anni da Ravenna Festival, oltre alla sensibilità avuta in passato con l’aiuto dato ai musicisti in fuga dall’Ucraina aggredita. Ma non possiamo né tacere né condividere una scelta – quella dell’invito ad Abdrazakov – che riteniamo sbagliata e assolutamente inopportuna.
Ildar Abdrazakov da sempre personaggio centrale nella propaganda russa è recentemente comparso anche nella lista delle oltre 500 persone che hanno firmato per la ricandidatura di Putin nel 2024. Non si tratta quindi solo di far parte di una macchina di propaganda ma di sostenerla attivamente in prima persona.
Essere uno dei sodali di Vladimir Putin, ricercato – lo ricordiamo – dal Tribunale Internazionale contro i crimini di guerra dell’Aia, non era sufficiente. Ora Abdrazakov ne promuove addirittura la ricandidatura in Russia per “proseguire il lavoro”, cioè i massacri perpetrati, la politica di potenza, la negazione dello stato di diritto e della libertà d’opinione.
Scriveva Hilde Zadek, compianta soprano tedesca costretta a fuggire dal nazismo, che: “un cantante deve avere una conoscenza globale che va ben oltre la materia reale e include, oltre a una comprensione generale dell’Arte e della conoscenza delle persone, anche la politica”. Non è nemmeno un caso che persino i libretti delle opere della grande tradizione italiana – figlie di un tempo di aneliti di libertà e speranza – si opponessero in via prioritaria all’abuso di potere e si battessero per la libertà personale dell’individuo e delle nazioni contro atteggiamenti predatori. Sono ideali che ancor di più oggi non possono essere dimenticati perché fanno parte della nostra costituzione morale e materiale. Nessuno vuole annullare la cultura russa – che anzi vorremmo fosse libera anche e soprattutto in patria – ma non si può accettare la presenza qui, oggi, di un supporter di un sanguinario aggressore che usa la sua fama per rafforzarlo.
Non ci saranno i nostri applausi, ci spiace, nonostante i magnifici canti verdiani fossero adatti al grido di “viva la libertà” dedicato, questa volta, al martoriato popolo ucraino.”