L'incidente citato nell'esposto

Esposto al sindaco Michele de Pascale, al Prefetto Enrico Caterino e al Comandante della Polizia Municipale Andrea Giacomini in merito alla Ravegnana da parte di Maurizio Marendon, esponente di Lista per Ravenna che già in altre occasioni ha segnalato i problemi di sicurezza della strada. Nel suo esposto Marendon fa riferimento all’eccessiva velocità con la quale i veicoli percorrono la strada in entrata e in uscita da Ravenna:

“Sono nuovamente ad esporre alle Vostre Signorie la pericolosità della via Ravegnana già come direttrice ancora di più quale direttrice in centro urbano; vivere infatti nel primo tratto di essa prima che si inoltri nelle campagne per arrivare a destinazione è come vivere all’interno di un circuito ove macchine, autobus e camion, sfrecciano ben oltre il limite della “velocità pericolosa”; si ho usato l’aggettivo giusto perché non si tratta di andare ai 50 kmh, ma ad una velocità consona a poterti fermare in caso di necessità. È di stamane un incidente gravissimo che per poco non ha provocato la morte di due signore; sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco per estrarre dall’abitacolo le due sventurate, la cui auto per l’impatto è stata catapultata ad una decina di metri dalla via Falconieri da dove stavano arrivando. Questa situazione deve terminare e la direttrice per Forlì deve assolutamente essere posta in sicurezza, con più controlli o perlomeno con dissuasori della velocità siano essi autovelox o qualcos’altro. In altre strade molto meno pericolose e molto meno trafficate della Ravegnana, sono stati messi cabinotti finti di autovelox che pur essendo finti eseguono il loro scopo di far decelerare i mezzi in transito. Ora, se si mettesse un vero autovelox, presumo che potrebbe andare a beneficio delle casse comunali perché senza alcun dubbio arriverebbe ad essere fruttifero. Non voglio essere ulteriormente polemico, ma con tutta onestà questo è un problema da risolvere, a meno che non vogliate attendere il morto come per fare la rotatoria fra la Ravegnana e l’Adriatica.”