“È di questi giorni la notizia del probabile trasferimento degli uffici della Motorizzazione civile a Cesena con evidenti danni per la Città e, non ultimi, per i dipendenti in forza presso questa struttura che svolge funzioni tecniche e amministrative in materia di trasporto civile. Una serie di funzioni essenziali per i mezzi usati dalle famiglie e dalle imprese per quanto riguarda il rilascio o la revisione dei documenti di circolazione. E una possibile chiusura comporterebbe seri ritardi e non pochi contraccolpi nella gestione delle attività ordinarie. In questo caso la semplificazione non può essere quella di chiudere la struttura di Ravenna, ma piuttosto quella di individuare percorsi per il mantenimento in loco della struttura operativa. Questa notizia, poi, in qualche modo fa il paio con quella di Poste Italiane di chiudere gli uffici di via Meucci rimandando la clientela ai servizi di via Fiume Abbandonato. Una scelta alquanto discutibile soprattutto in relazione alla carenza di spazi di sosta in una strada, peraltro, da anni contrassegnata negativamente da un forte carico di traffico e conseguente inquinamento. Va evidenziato, inoltre, come la ‘politica’ di questa società per azioni sia quella di abbandonare gradualmente la principale mission di consegnare la corrispondenza e i pacchi a domicilio per puntare a prestazioni ben più remunerative, ma certo dal contenuto meno sociale, come, ad esempio, i servizi online, quelli finanziari e assicurativi. Purtroppo la situazione si è aggravata sensibilmente. Ad esempio, l’anziano che vuole inviare una lettera manoscritta non trova più i francobolli e la spedizione può avvenire solo nelle cassette nella storica sede di piazza Garibaldi o in quelle di via Fiume Abbandonato o di via Carducci. Nulla nella periferia perché tutte le classiche cassette postali di colore rosso sono state chiuse.  Siamo di fronte a un lento e progressivo depauperamento dei servizi che è iniziato nel 2009 con la chiusura della Banca d’Italia trasferita – guarda caso – nella vicina Forlì.”

Così leggiamo su “Il Resto del Carlino, ed. Ravenna” di venerdì 24gennaio 2025.

Purtroppo però da allora nessun segnale ci è giunto da chi amministra da tempo, troppo tempo e male, la nostra Città.

Certo si ritiene utile e produttivo che il Consiglio Comunale di Ravenna si interessi della creazione di uno stato palestinese, come si è discusso nell’ultimo Consiglio, argomento che sicuramente toglie il sonno ai Cittadini e Lavoratori ravennati.

Ma evidentemente interessa meno alla maggioranza di sinistra la vita vera, quella di tutti i giorni ed i relativi disagi che devono affrontare i nostri Concittadini.

Tutto ciò premesso si chiede al Sindaco facente funzione ed all’Assessore competente di

  1. Sapere se ed in quale modo l’amministrazione comunale si è attivata per evitare ancora disagi ai nostri Cittadini scongiurando l’allontanamento di uffici pubblici essenziali dalla nostra Città.
  2. Nel caso di inerzia quali passi intenda fare l’amministrazione comunale per evitare la desertificazione di uffici pubblici essenziali per la vita della nostra Comunità.”