“Le ultime segnalazioni sui disservizi al pronto soccorso di Ravenna lasciano interdetti. Ci chiediamo come sia possibile rimanere indifferenti e non assumere immediatamente iniziative per superare una situazione di emergenza che sta diventando drammaticamente strutturale, l’unica risposta della Regione ricalca la proposta della Lega presentata in commissione sanità oltre 5 anni fa e prevede l’allestimento di ambulatori dedicati ai codici bianchi affidati ai MAC, Medici di Continuità Assistenziale, la proposta della Lega prevedeva proprio il loro coinvolgimento.”
Così in una nota il consigliere comunale della Lega Giacomo Ercolani che ha presentato un’interrogazione alla Giunta.
“Nel corso degli anni abbiamo subito attacchi ed insulti per aver denunciato la progressiva inadeguatezza della sanità romagnola, su cui gravano, tra l’altro, pesanti carenze di organico, riconosciute anche dalla dirigenza sanitaria, che si ripercuotono negativamente non solo sugli stessi operatori per i pesanti carichi di lavoro, ma soprattutto sui pazienti. Carenze di organico, ma anche di spazi. Solo nel 2024, se tutto andrà bene, al termine dei lavori di ampliamento del P.S., si risolverà il problema degli spazi inadeguati. Fino ad allora, tuttavia, gli utenti si troveranno ad affrontare le criticità di strutture progettate per un numero molto inferiore di accessi rispetto agli attuali 100mila circa annui. Un errore di previsione delle necessità del territorio che sono gli utenti a pagare a caro prezzo. Il P.S. di Ravenna è diventato ormai il punto di riferimento di tutta la provincia, ragione aggiuntiva per la quale gli attuali disservizi non sono ammissibili. Di qui, la presentazione di un’interrogazione per chiedere al Sindaco di sollecitare soluzioni urgenti alla direzione dell’Asl Romagna per superare nell’immediato queste criticità. La situazione è ormai così grave che una prima risposta potrebbe prevedere, se possibile, l’impiego di personale militare sanitario per supportare l’attuale personale del P.S. e ridurre almeno in parte i disagi.”