Nel prendere atto di quanto emerso nel corso del dibattito all’interno della Commissione comunale per l’ambiente vogliamo ribadire che troviamo inconcepibile ed inammissibile che dopo un disastro ambientale di rilevanti proporzioni, sia stato rimosso il divieto di caccia nelle aree colpite.
Una simile condotta denota, al di là delle declaratorie formali e di facciata, una scarsa sensibilità nei confronti degli uccelli che disgraziatamente transitano ancora in quella martoriata zona umida.
Il problema delle zone umide ravennati, a Nord di Ravenna, si sta trascinando ormai da troppi anni senza che nessuno, tra i tanti responsabili, abbia affrontato la questione in modo serio, competente e professionale.
Le responsabilità sono rimpallate sistematicamente tra i vari enti, i quali da troppo tempo non si decidono a mettere mano su una realtà che meriterebbe una maggiore e migliore considerazione.
L’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica ci auguriamo che, una volta conclusa, individui i colpevoli di quanto accaduto e che in tal modo si giunga ad una maggiore responsabilizzazione delle varie parti in causa e quindi che per l’avvenire si operi con maggiore serietà e professionalità.