Pochi giorni fa il mondo si è indignato per la morte tra atroci sofferenze della elefantessa incinta provocata da alcuni esseri non degni di essere chiamati persone. Poi abbiamo provato rabbia per il ragazzo che ha torturato a morte un piccolo riccio solo per il gusto di provocargli dolore.
Purtroppo non è necessario andare così lontano o aspettare molto tempo per assistere ad altrettanti episodi di cattiveria e malvagità su creature indifese e senza alcuna colpa, se non quella di essere venuti al mondo.
Episodi di maltrattamenti e crudeltà sugli animali sono all’ordine del giorno anche nel nostro territorio. Nella sorridente e accogliente Romagna, con particolare ciclicità soprattutto nelle nostre campagne, ormai non si contano più gli episodi di abbandoni di gatti di pochi giorni o settimane e il ritrovamento di femmine incinte. Se la sensibilità e l’attenzione verso i cani in questi anni è decisamente migliorata, non altrettanto si può dire per i felini, che continuano a essere ostaggio di una mentalità retrograda e ignorante. Nonostante l’abbandono di un gatto sia un reato perseguibile per legge ancora troppe persone non si fanno scrupolo di gettare un cucciolo di poche settimane da un’autovettura, di abbandonarlo in un fosso o di gettarlo in un giardino. Pensano forse che non avendolo ucciso con le proprie mani di avere la coscienza a posto? Oppure la persona che ieri sera ha abbandonato dei cuccioli in una cassetta della frutta sul ciglio della strada cosa pensava di fare?
L’ultimo episodio risale a sabato sera e fortunatamente i cuccioli sono stati messi in salvo, ma quanti altri saranno morti perché nessuno si è accorto di loro?
Verso le ore 21:30 la signora Romana Martini si stava recando a San Lorenzo dall’amica Adriana Della Corte per la serata Burraco. Durante il tragitto, percorrendo via Pollarola, ha notato una cassetta della frutta abbandonata sul ciglio e ha pensato che fosse caduta da un trattore. Rientrando a casa la signora ha notato un gattino sbucare dalla cassetta e vagare in mezzo alla strada. La signora ha prontamente arrestato l’auto e ha chiamato l’amica. Insieme hanno recuperato i 3 cuccioli e li hanno messi immediatamente al caldo. I cuccioli non sono in grado di termoregolarsi e il freddo è il loro principale nemico, perché li fa addormentare e fa perdere le forze da non essere neppure più in grado di nutrirsi. I 3 gattini hanno circa una ventina di giorni, anche se uno è visibilmente più piccolo. Alle 6:30 la signora ha chiamato il Canile per il recupero e alle 7:30 i cuccioli sono stati portati in infermeria, dove erano già al lavoro i nostri volontari, che li hanno prontamente allattati. Nel pomeriggio verranno affidati ad una balia.
Ieri mattina, mentre nei locali dell’Infermeria si cercava di prestare le prime cure ai cuccioli e si cercava una balia, in via Sottofiume a San Lorenzo è stato effettuato un sopralluogo in una colonia censita ad inizio anno dove i nostri volontari hanno già sterilizzato 5 gatti. L’emergenza Covid ha bloccato le sterilizzazioni causando gravissimi danni in quanto molte femmine hanno partorito in condizioni terribili – alcune anche morendo durante il parto – e senza alcuna assistenza per i cuccioli. I volontari si sono ritrovati di fronte uno scenario di totale degrado e incuria: sono stati catturati 14 cuccioli, alcuni di un mese, altri di un mese e mezzo, tutti egualmente denutriti, pieni di pulci e zecche e alcuni con patologie respiratorie e problemi agli occhi. Molte mamme non erano più in grado di allattare perché denutrite, mentre molte altre gatte gravide sono in attesa di partorire. Se non verranno messe in sicurezza sia loro che i cuccioli saranno destinati a morire.
Alla referente di colonia era stato impedito di accedere all’abitazione e per questo sporgeremo denuncia contro i proprietari, gente che non solo non si cura degli animali, ma che non chiede neppure aiuto, preferendo lasciarli a loro stessi.
Purtroppo nelle nostre campagne, ma non solo, queste situazioni sono molto più frequenti di quanto non si creda: piuttosto che sterilizzare i gatti si preferisce abbandonare i cuccioli e non assistere alla loro morte.
Ci siamo indignati vedendo gatti randagi, denutriti e ammalati durante le nostre vacanze al Sud Italia o nelle isole greche, ma non occorre andare molto lontano per ritrovare la stessa gretta mentalità retrograda di chi considera un gatto alla stregua di uno straccio a cui dare un calcio o un cucciolo in cerca di aiuto un essere neppure da guardare.
Per evitare tanta sofferenza sarebbe sufficiente sterilizzare i propri gatti.
Ma serve soprattutto un cambio di mentalità, un salto di pensiero che si può ottenere solo con campagne di sensibilizzazione che devono essere effettuate dalle istituzioni. Le stesse istituzioni alle quali chiediamo che intervengano immediatamente per affrontare quella che si sta presentando come una vera e propria emergenza.
L’infermeria non è più in grado di accogliere nessun cucciolo, le 25 balie che ci stanno aiutando con oltre 60 cuccioli non possono ospitarne altri, anche per non rischiare di contagiare quelli che già stanno crescendo. Anche i volontari e le volontarie che hanno ospitato gatti con patologie in questi mesi non hanno più spazio.
Da tempo stiamo dicendo che le nostre forze sono arrivate al limite. Oggi quel limite l’abbiamo superato