In tempi nei quali Ravenna è interessata da lavori e progetti per la realizzazione di nuovi supermercati e centri commerciali, Enpa ha diffuso una nota per ricordare cosa comportano edificazioni di questo tipo per la piccola fauna che vede il proprio habitat modificato, se non distrutto:
“Gradiremmo richiamare la vostra attenzione su una problematica che le persone più sensibili non avranno omesso di considerare.
Tutto parte dai tanti supermercati e capannoni artigianali o industriali che si costruiscono incessantemente da vari anni. Non pochi manufatti dopo la loro realizzazione capita di vederli in condizioni di abbandono e di degrado senza essere recuperati o riutilizzati.
Le nostre considerazioni vanno pertanto al fatto che, forse con troppa leggerezza, ci si è abbandonati a costruire senza una seria programmazione, fatti salvi gli imprevedibili “incidenti di percorso” quali sequestri, fallimenti, eccetera.
Per creare cotante strutture si sono sacrificati e si continuano a sacrificare dei campi e delle aree verdi, senza tanti scrupoli. Quanti alberi ad esempio sono stati e saranno distrutti per le motivazioni più banali.
Le ruspe scavano, dissotterrano, squassano, sovvertono quegli spazi in nome di un progresso mal gestito.
Ebbene tutto questo comporta il sacrificio di milioni di animali. I ricci, gli istrici, le tartarughe che vanno in letargo si risvegliano sovente sotto i cingoli di una ruspa.
Che dire delle rane, delle lucertole, delle salamandre, delle talpe, dei gechi, dei grillitalpa, delle bisce e così via.
Il frinire delle cicale è sempre più remoto, mentre le romantiche lucciole sono sempre meno visibili.
Riflettete per un attimo sulla strage di tanti piccoli ed utili animali in difesa dei quali non si alza mai una voce in loro soccorso.
Più facile per tanti è alzare le spalle e sospirare, caso mai dicendo che questo è il prezzo da pagare per il benessere, il lavoro ed altre motivazioni varie.
Ci rendiamo conto che la nostra è una piccola voce nel deserto e che tanti sono gli interessi e le convenienze che si agitano, ma proprio perché ci impegniamo a difendere i “senza voce” non possiamo né dobbiamo scordarci delle forme più piccole di vita, la cui sopravvivenza è quanto mai utile ed importante per l’ecosistema”.