La Regione continui “a sollecitare il governo alla riattivazione dei canali di estrazione di gas esistenti in Adriatico”. Inoltre, la Giunta adegui “i propri piani strategici alla luce della recente pubblicazione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (Pitesai) e adotti ogni iniziativa utile, anche economica, per la riattivazione dei canali di estrazione esistenti”.
E’ l’obiettivo di una risoluzione presentata da Marco Lisei, capogruppo di Fratelli d’Italia, per fronteggiare la crisi energetica e il caro bollette che penalizzano cittadini e imprese.
Lisei scrive che “è assolutamente necessario perseguire obbiettivi di miglioramento ambientale nonché di transizione energetica, decarbonizzazione e sostenibilità, ma ciò non può ignorare che deve necessariamente coesistere con la sostenibilità sociale ed economica. Pertanto, vanno sfruttate al meglio le fonti energetiche sia per diversificarle sia per garantire livelli di produzione interna di energia che non ci vincolino completamente all’importazione da paesi terzi (peraltro spesso criticati per le violazioni di diritti umani)”.
Il capogruppo Fdi riprende, ritenendole condivisibili, anche le parole dell’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla “Dobbiamo dire la verità: macchine avanti tutta sulle rinnovabili ma la transizione è anche nel gas”, per il cui utilizzo vanno date le concessioni per i canali di estrazione in Adriatico.
Nel testo, Lisei ricorda anche i decreti del ministero della Transizione ecologica che riguardano il rinnovo delle concessioni di estrazione, messa in produzione di pozzi e perforazione sia su piattaforma sia onshore. Il consigliere sottolinea che i decreti riguardano anche le richieste di valutazione ambientale (Via) relative al rinnovo delle concessioni minerarie: ‘Barigazzo’ e ‘Vetta’, entrambe in Emilia-Romagna, per la coltivazione di idrocarburi gassosi, i progetti di messa in produzione del pozzo a gas naturale ‘Podere Maiar 1dir’ (nell’ambito della concessione di coltivazione ‘Selva Malvezzi’, sempre in Emilia-Romagna) e del giacimento per la coltivazione di idrocarburi ‘Teodorico’, tra l’Emilia-Romagna e il Veneto. E nonostante i ritardi del Pitesai sulla valutazione ambientale, il capogruppo afferma che “l’estrazione di gas è compatibile con la strategia marina europea che chiede che vengano messi a sistema i diversi usi del mare”.
L’Italia, sostiene Lisei, consuma 70 miliardi di metri cubi di gas ed è ricca di giacimenti e di metano che, se estratto, ridurrebbe le importazioni: “Sotto i mari italiani le riserve sono di oltre 90 miliardi di metri cubi di metano a basso costo. L’estrazione, infatti, costa 5 centesimi al metro cubo, mentre importazione 50-70 centesimi al metro cubo”.