Utimi giorni di campagna elettorale, anche in Emilia-Romagna per le elezioni di sabato e domenica: oltre alle Europee andranno al voto cinque capoluoghi e molti altri Comuni più piccoli.

Una settimana nella quale non sono previsti appuntamenti con i principali leader. 
    Le Europee in Emilia-Romagna avranno però anche un altro significato: la chiusura delle urne sarà infatti il fischio d’inizio di un’altra campagna elettorale, che, verosimilmente a fine ottobre o inizio novembre, porterà all’elezione del nuovo presidente della Regione.
Stefano Bonaccini è infatti capolista del Pd nella circoscrizione nord-est e sarà eletto all’Europarlamento, anticipando di qualche mese la fine naturale del suo mandato. “Se ne parla dopo le Europee”, è la frase standard che da una settimana sta girando, sia nel centrosinistra, sia nel centrodestra, su quello che succederà per le regionali.
Il peso dei vari partiti che uscirà dalle urne sarà ovviamente un aspetto determinante, ma le prove generali che più che dalle Europee sono rappresentate dalle comunali, lasciano supporre che le coalizioni si presenteranno unite.
La fibrillazione maggiore è attualmente nel centrosinistra che non può rischiare di perdere la propria regione simbolo. I pretendenti alla successione di Bonaccini sono molti e tutti in casa Pd: il sindaco di Ravenna Michele de Pascale che ha incassato il sostegno del leader di Azione Carlo Calenda, la vicepresidente Irene Priolo e l’assessore al lavoro ex Cgil Vincenzo Colla sono al momento i nomi più caldi, ma non è scontato che il candidato esca da questa terna. Dalla settimana prossima si capiranno meglio giochi e posizionamenti.
Il centrodestra è alla non facile ricerca di un nome non direttamente riconducibile alla politica per cercare l’impresa mai riuscita di vincere in Emilia-Romagna. Ma anche in questo caso molto dipenderà da quali equilibri usciranno dalle urne.

(ANSA)