Comuni, Province, Prefetture, Regione e Stato, Protezione civile: l’intero sistema nazionale è al lavoro senza sosta per dare una risposta a un evento straordinario, mai accaduto prima nel Paese. Una catena composta da quasi 5mila donne e uomini per lavorare su due binari: la sicurezza delle persone e la limitazione delle rotture degli argini dei fiumi.
Nel pomeriggio, a Bologna, nella sede della Protezione civile regionale, il capo Dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e la vicepresidente con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, hanno incontrato sindaci, presidenti di Provincia e il Comitato nazionale di protezione civile per fare il punto della situazione.
“Conosciamo la capacità e l’energia di questi territori nell’affrontare le difficoltà e le emergenze- afferma Curcio-. Ci troviamo di fronte a una situazione idraulica complessa, soprattutto nel ravennate con il reticolo consortile per buona parte cancellato, ma non solo. E il numero elevato di frane e fenomeni che prima del 2 maggio erano sconosciuti. Eventi rari di cui non c’è memoria nel passato. Tutto il sistema è stato attivato. Abbiamo chiesto e ottenuto di mantenere e rafforzare ciò che abbiamo dispiegato e confidiamo che il nostro sistema continui ad assicurare una risposta importante. L’estensione e la portata dell’evento sono tali da spiegare anche alcuni momenti di criticità che possano essere superati perché possiamo contare sulla solidarietà di tutte le forze del Paese e questo è importante”.
“Il primo pensiero va alle vittime e alle loro famiglie. Le loro lacrime non si possono cancellare. Teniamo insieme dolore e disperazione con la forza che ci contraddistingue. Ce la faremo- sottolineano Bonaccini e Priolo-. Adesso dobbiamo mettere in sicurezza persone e comunità, ma come ci ha insegnato il sisma del 2012, di cui domani ricorre l’undicesimo anniversario, vogliamo rialzarci e ripartire. Ora, per prima cosa, dobbiamo gestire l’emergenza ma nello stesso tempo vogliamo pianificare la ricostruzione. Le case, le scuole, le imprese, le aziende agricole, nulla andrà perso perché dobbiamo già guardare al futuro per continuare a garantire la qualità della vita, i servizi e le infrastrutture della nostra regione, per tutelare il lavoro e uno sviluppo che sia sostenibile”.
“In queste ore stiamo assistendo a una ondata di solidarietà straordinaria- proseguono-. Il mondo dello sport, la cultura, gli artisti, il sistema dell’informazione i privati: ringraziamo tutti. Rendiconteremo ogni euro donato, faremo tutto ciò che serve. Ringraziamo il direttore Curcio, tutte le persone del sistema di protezione civile, i sindaci, le tante Regioni e Province autonome che ci stanno dando una mano. E il Governo che incontreremo insieme ai sindaci e alle associazioni imprenditoriali dell’Emilia-Romagna martedì prossimo a Palazzo Chigi, e che ci sta garantendo la massima collaborazione”.
Ancora critica la situazione in Appennino con 300 frane attive, mentre sono 500 le strade ancora interrotte e 43 i Comuni interessati dall’emergenza.