“È notizia della scorsa settimana l’intenzione del governo Meloni di opporsi agli emendamenti al provvedimento AC 1532-bis, recante ‘Disposizioni in materia di lavoro’, segnatamente emendamenti in tema di lavoro portuale, presentati dal PD alla manovra prevista.
Si tratta di emendamenti – ha dichiarato Denis di Martino, segretario del circolo PD Porto di Ravenna – che prevedono il riconoscimento di lavoro usurante per diverse figure operative in ambito portuale e lo sblocco del fondo per l’incentivazione al pensionamento per i lavoratori dei porti. Il Circolo Porto di Ravenna del Partito Democratico esprime la sua netta contrarietà a un atteggiamento che si ritiene ottuso e incomprensibile, oltre che penalizzante nei confronti del comparto portuale.
Anzitutto, perché la manovra prevista negli emendamenti non comporta nessun onere aggiuntivo sul bilancio pubblico, ma prevede esclusivamente il riconoscimento del fondo acceso con risorse delle aziende e dei lavoratori (questo già da previsione contrattuale) oltre al coinvolgimento delle Autorità di Sistema portuale (già vigente per Legge).
Secondariamente, perché il mancato recepimento di questi emendamenti blocca un ricambio generazionale che porterebbe al nostro porto personale più giovane e professionalizzato, migliorandone le potenzialità e creando una spirale virtuosa per l’occupazione giovanile nel nostro territorio.
Bastano queste due semplici, ma pesantissime osservazioni, per affermare quanto l’atteggiamento del governo si stia allontanando da un percorso di salvaguardia del lavoro portuale e delle risorse che i porti nazionali rappresentano per l’economia del Paese. Dobbiamo ancora una volta osservare come, in un momento storico dove la mortalità sul lavoro e la precarietà stanno assumendo proporzioni inaccettabili, non si stia facendo nessun passo avanti per la tutela dei lavoratori nei porti.
Pertanto, il Circolo Porto di Ravenna ribadisce che è ormai imprescindibile che il tema del lavoro, in ambito portuale, riassuma la sua centralità e chiede al governo che all’interno dell’iter di perfezionamento della proposta normativa vengano recepite le istanze che tutto il cluster portuale sta portando, anche per permettere ai porti di essere in grado di affrontare le nuove sfide che stanno avanzando, per la salvaguardia della competitività del nostro sistema portuale”.