“Anche in Emilia Romagna, purtroppo, i giochi di palazzo hanno la precedenza rispetto agli interessi dei cittadini. Altro che legge di bilancio, quella di Bonaccini è solo una scusa: da parte sua e della sinistra nessun rispetto per gli elettori, tenuti in ostaggio per fare inciuci. Avevamo proposto il voto a novembre, naturale scadenza della legislatura, ma hanno fatto di tutto per restare attaccati alle poltrone ancora un paio di mesi: un insulto per i cittadini e il territorio, che da anni attendono risposte. Mentre Bonaccini pensa solo ai propri giochetti, la Lega mette gli Emiliani e i Romagnoli al primo posto, non abbiamo nessuna paura del giudizio degli elettori e vogliamo votare quanto prima, qui come in Italia: spostare di qualche settimana il giorno del voto non salverà le loro poltrone, i cittadini li manderanno a casa”.

Lo dichiara in una nota Lucia Borgonzoni, senatrice della Lega, candidata presidente dell’Emilia Romagna.

Rincara la dose il consigliere regionale del carroccio Andrea Liverani: “Il Governatore del Pd ha finalmente deciso la data in cui i cittadini potranno esprimere il loro voto. Erano mesi che lo chiedevamo, ma Bonaccini era troppo impegnato al pallottoliere per dare risposte agli emiliano-romagnoli. E’ chiaro che la data del 26 gennaio è figlia della “rottura” di Renzi, che ha fatto saltare il banco del Pd. A pagare il conto di questi giochi di potere che terranno in ostaggio la Regione sino al prossimo anno sono ancora una volta i cittadini”

“Lo chiedevamo da tempo e, finalmente, il governatore Stefano Bonaccini, ha deciso: la dato delle elezioni regionali è fissato per il 26 gennaio 2020. In altre parole, il numero uno di viale Aldo Moro terrà in ostaggio per altri 4 mesi la Regione”.
Il leghista Liverani, attacca frontalmente il governatore Pd: “Ormai è chiaro, il pallottoliere di Bonaccini lo ha consigliato di tardare ulteriormente il voto in base ad una logica di mera convenienza personale: dopo il varo del Conte bis, Bonaccini aveva certamente l’intenzione di fissare in novembre la data delle elezioni, poi lo strappo di Renzi, che rischia di far saltare il banco del Pd, lo ha indotto ad allontanare la data delle consultazioni a gennaio 2020. Pertanto è inutile che Bonaccini tenti goffamente di giustificare la scelta del 26 gennaio come data del voto, (il quale doveva avvenire in novembre, scadenza naturale del mandato) adducendo il motivo dell’approvazione del bilancio e della volontà di non lasciare in esercizio provvisorio la prossima giunta. Di vero c’è solo che Bonaccini vuole blindare il bilancio, utilizzandolo a fini propagandistici pro campagna elettorale. Ma c’è di più: la blindatura del bilancio genererà l’ulteriore scorrettezza di legare le mani alla prossima Giunta nel suo primo anno di mandato, con capitoli di spesa già fissati da un governo dimissionario e uscente. L’ennesimo bieco giochetto per governare dagli spalti di un parlamentino dal quale i cittadini li hanno esclusi”.
“Come Lega volevamo andare il prima possibile alle urne, e la data di novembre era congrua per consentire una compagna elettorale più leale. Votare a novembre, alla scadenza dei cinque anni e non scavallare l’anno nuovo, sarebbe stato certamente più rispettoso della volontà dei cittadini, che già da tempo contavano di poter esprimere la propria opinione quest’anno. Ma le logiche arroganti e e le trame del palazzo ancora una volta hanno avuto la meglio sulla volontà popolare. Andare alle urne a fine gennaio, magari con la neve, scoraggerà molti cittadini, specialmente i più anziani e coloro che risiedono in altura, e forse anche questo è un altro degli obiettivi che Bonaccini si è prefissato, visto e considerato che alle ultime elezioni regionali, tenutesi il 23 novembre 2014, votò solo il 37,71 per cento degli emiliano romagnoli, un’affluenza bassissima, e il centrosinistra si fermò al 49,05 dei consensi, non superando quindi la soglia del 50 per cento. Un dato che Bonaccini avrà sicuramente tenuto in conto, a fronte del disfacimento generalizzato del Pd dal 2014 a oggi” conclude Liverani.