Questa mattina a Ravenna, nella sala convegni dell’Autorità di sistema portuale, è stato presentato il rapporto “Osservatorio economia e lavoro in provincia di Ravenna” a cura di Ires Emilia Romagna (Istituto ricerche economiche sociali). All’illustrazione dei dati oggetto della ricerca, a cura di Fabjola Kodra, è seguita una tavola rotonda alla quale sono intervenuti Giuliano Guietti, presidente Ires Emilia Romagna, Giorgio Guberti, presidente della Camera di Commercio di Ravenna-Ferrara, Daniele Rossi, presidente di AdSP Mare Adriatico centro-settentrionale, e Marinella Melandri, segretaria generale della Cgil Ravenna. La tavola rotonda è stata coordinata da Carmelo Domini, vicedirettore del Corriere Romagna. Nel corso del dibattito sono emerse diverse esigenze per il futuro del territorio, a partire dalla necessità di ottenere velocemente il riconoscimento di zona logistica semplificata. È stata inoltre ribadita l’importanza degli investimenti in atto, soprattutto per l’area portuale in termini di infrastrutture, adeguamento tecnologico e conversione energetica.
Marinella Melandri si è soffermata sul tema dell’occupazione che negli ultimi anni è divenuta ancora più fragile. <Il territorio ha bisogno di un’occupazione di qualità – ha detto –. Le disuguaglianze sociali crescono soprattutto a scapito dei giovani e delle donne. A fragilità si sommano ulteriori fragilità, per cui bisogna invertire la rotta. Siamo in un momento di profonda trasformazione, anche sotto il profilo produttivo, e dobbiamo cogliere le opportunità che si presenteranno. L’appuntamento odierno è utile per confrontarci e capire quali sono le strade che possiamo intraprendere. Il nostro territorio ha grandi potenzialità. Esistono competenze e sono in programma investimenti infrastrutturali che possono farci fare un salto di qualità, partendo dall’aumento della base occupazionale del nostro territorio>.
L’OSSERVATORIO IN SINTESI
L’Osservatorio ha illustrato i dati inerenti agli aspetti economici, sociali e demografici del territorio provinciale.
LIEVE CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
Nell’ultimo anno la popolazione di Ravenna è lievemente cresciuta (+353 unità). Si tratta di un timido incremento registrato per il secondo anno consecutivo, che segue un decennio di decrementi, seppur lievi del numero di residenti.
Al 1° gennaio 2023 gli stranieri residenti a Ravenna ammontano a 48.378, pari al 12,5% del totale della popolazione (in linea con l’incidenza regionale 12,8%). La stragrande maggioranza si concentra nel comune di Ravenna (18.519 residenti). I paesi di provenienza sono per quasi la metà europei. L’età media degli stranieri (36,7), seppur più contenuta di quella degli italiani (età media totale della popolazione a Ravenna 47,8) è in aumento anch’essa.
Ravenna si trova all’interno del bacino idrografico della pianura padana e si affaccia sul mare adriatico. Il territorio viene attraversato da intensi volumi di traffico via terra e via mare, e rappresenta un nodo strategico per l’approvvigionamento di tutta la regione. Il porto ha registrato nel 2022 un record storico di movimentazioni di merci e passeggeri; nel 2023, invece si registra un calo importante rispetto all’anno precedente.
IL SUOLO E IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
La provincia di Ravenna presenta una percentuale di suolo consumato (10,2%) superiore a quella media regionale (8,9%). In fase post-pandemica, lo sblocco della situazione economica e produttiva ha dato il via a una fase intensa di progettazione e messa in opera di progetti, sia pubblici che privati. L’incidenza del rischio franoso nella provincia di Ravenna è abbastanza limitata rispetto al complessivo panorama regionale e riguarda inoltre comuni. Il territorio dei 18 comuni è particolarmente interessato invece dal rischio idraulico. Questo è dovuto a conformazioni specifiche del territorio e all’attività dell’uomo.
A Ravenna ricade in HPH (Alta probabilità di allagamento) il 22,2% del territorio, in media probabilità il 79,9% e in bassa probabilità l’80%: sostanzialmente quasi il 100% del territorio di Ravenna provincia è a rischio basso, medio o alto di allagamento. L’intera regione nel biennio 2021-2022 è stata interessata da una severa siccità che, assieme ad altre cause (naturali e artificiali) ha determinato l’incapacità del suolo di Ravenna (e non solo) di assorbire il quantitativo di pioggia caduta nel mese di maggio.
LA PRODUZIONE E LE ATTIVITA’ ECONOMICHE
L’esplosione della produzione e la ripresa delle attività economiche conosciute nel post-pandemia sono destinate a rallentare: in termini di valore aggiunto, la crescita in Emilia-Romagna è stimata per il 2023 pari a +0,8% e per la provincia di Ravenna la stima è ancora inferiore (+0,3%): è evidente l’effetto negativo degli eventi metereologici di maggio. Anche nel 2024 la crescita del valore aggiunto dovrebbe assestarsi su valori simili al 2023 (+0,4% al momento la stima). Sono ancora il settore delle costruzioni e dei servizi a trainare l’economia in regione così come in provincia di Ravenna. Il settore dell’agricoltura, incerto per definizione, nel 2023 registra un calo del 5,4% in provincia: si tratta del naturale riflesso dell’alluvione avvenuta in maggio; tuttavia, il settore, guardando alla serie storica, registra un andamento fortemente mutevole.
Nel 2021 e nel 2022 per la prima volta assistiamo ad un aumento del numero di imprese attive, a Ravenna come nel resto della regione, dopo un decennio di decrescita. L’incremento del numero di imprese attive a Ravenna è da attribuirsi sia ad imprese artigiane che non artigiane, in prevalenza a quelle artigiane. Il settore che ha contribuito maggiormente all’incremento dell’ultimo biennio è quello delle costruzioni (totale industria 199, di cui 187 costruzioni).
UN SECONDO SHOCK PER IL TURISMO
Nel comparto turistico dopo lo shock del 2020, si registra un ulteriore trauma causato dall’alluvione: i dati registrati nei mesi estivi in corrispondenza delle voci di arrivi e presenze risultano inferiori sia rispetto al 2019, sia rispetto al 2022. Le variazioni totali del periodo gennaio-settembre 2023 rispetto all’anno precedente ammontano a +0,2% per quanto riguarda gli arrivi, e a -0,9% per quanto riguarda le presenze, si tratta nel complesso sì di variazioni negative, ma in una certa misura contenute per effetto di un importante recupero del turismo nei mesi invernali.
L’OCCUPAZIONE
Nella provincia di Ravenna il numero di occupati nel 2022 ammonta a 172.445 persone, dato in crescita di 762 unità rispetto all’anno precedente (+0,4%), in continuità, seppur in modo più contenuto, con quanto già registrato nel 2021.
Il calo dell’occupazione che ha caratterizzato il 2020 ha aumentato le fila degli inattivi e dei disoccupati. Nel 2021 e 2022 parte dei disoccupati ha trovato un’occupazione, ma i livelli restano ancora superiori a quelli registrati nel 2019. Per quanto riguarda gli inattivi, nel 2020 si registra un aumento del 7%, ma già l’anno successivo il dato è in forte calo, abbastanza, da portare il numero delle non forze di lavoro al di sotto del livello registrato nel 2019; il calo viene ulteriormente riconfermato nel 2022 quando si registra un’ulteriore contrazione di 306 persone. I dipendenti dei settori dell’agricoltura e della selvicoltura e della pesca, assieme ai dipendenti del settore del commercio, alberghi e ristoranti, conoscono, nell’ultimo anno, un calo di oltre 2700 unità lavorative. Si registra un incremento del numero di occupati importante nel comparto delle
costruzioni (+2.336) e dei servizi (+947).
Utilizzando uno studio sugli indicatori complementari del mercato del lavoro della Fondazione di Vittorio è possibile affermare che la variazione positiva del numero di occupati e occupate riguarda soprattutto l’area del cosiddetto “disagio occupazionale”: infatti nel 2022 aumentano gli occupati a tempo determinato involontario (+17,9%), gli occupati a part-time involontario (+2,8%) e quelli contemporaneamente a tempo parziale e determinato involontario (+11,3%). Se non si tenesse conto dell’occupazione che rientra nell’Area di Disagio Occupazionale, nel 2022 la provincia di Ravenna registrerebbe un’occupazione minore rispetto a quella registrata nel 2021 del -2,8%. L’occupazione, insomma, aumenta, ma a questo dato non si accompagna quello sulla qualità del lavoro.
LE RETRIBUZIONI
La retribuzione media giornaliera a Ravenna, con esclusione del settore agricolo e dei settori del pubblico, è stata nel 2022 pari a 92,7€ e si posiziona al di sotto della media regionale che ammonta a 98,6€. Altri divari si registrano in corrispondenza della qualifica professionale, del genere, della tipologia contrattuale, dell’età, e della presenza di tempo parziale.
In base ai dati delle ultime dichiarazioni Irpef, relative all’anno di imposta 2021 (dichiarazioni del 2022), la provincia di Ravenna presenta un reddito imponibile medio annuo di 22.074 euro. Rispetto alla media regionale si posiziona al di sotto del reddito medio imponibile annuo pro-capite (23.686,42 euro), ma si conferma la provincia della Romagna a detenere i redditi più alti. Il reddito medio imponibile dell’anno di imposta 2021 risulta in aumento rispetto all’anno precedente del +4%.s