La Cgil dell’Emilia-Romagna ha promosso “Seconda generazione a chi?”, una ricerca sul territorio regionale per comprendere la condizione socio-economica delle nuove generazioni con background migratorio, ovvero delle persone nate in Italia da uno o entrambi i genitori stranieri oppure che vi si sono trasferite, per volere dei propri famigliari, in età molto giovane.
La ricerca è destinata a persone con background migratorio, stranieri o cittadini italiani, residenti in Emilia-Romagna di età compresa tra i 15 e i 35 anni.
La finalità della ricerca è quella di indagare le condizioni sociali e di vita dei giovani comunemente (e impropriamente) definiti come immigrati di seconda generazione, al fine di comprendere alcuni aspetti relativi alle loro aspettative di vita, al rapporto con il lavoro o con il percorso di studio ed evidenziare i punti di forza ed eventuali ostacoli sperimentati nella loro vita per effetto del loro background migratorio. La finalità ultima è quella di individuare spazi di miglioramento nella relazione con questo gruppo numericamente in crescita nella popolazione regionale, sia da parte del sindacato che delle istituzioni locali. Si può rispondere on line e in forma anonima alle domande all’indirizzo https://it.surveymonkey.com/r/cgilgen.
La popolazione straniera dell’Emilia-Romagna, in crescita negli ultimi 10 anni, si contraddistingue per un’età media decisamente inferiore rispetto a quella autoctona (34,8 anni a fronte di 48,0). In questo quadro è doveroso segnalare la rilevanza numerica dei minori stranieri: essi rappresentano il 17,2% di tutti i minori della regione Emilia-Romagna e il 21,4% rispetto al totale stranieri. I giovani stranieri al di sotto dei 40 anni, possono avere alle spalle una diretta esperienza migratoria oppure un background migratorio nel caso in cui siano arrivati in Italia nel corso della prima infanzia o siano nati sul suolo italiano. Il 17% degli stranieri residenti in regione è nato in Italia. Se visualizziamo il dato per fasce d’età emerge che è nato in Italia: il 93% dei bambini compresi tra gli 0 e i 5 anni; il 75% dei minori compresi tra i 6 ai 13 anni; e il 39% di coloro aventi tra i 14 ai 18 anni.