Si sono conclusi gli scavi della missione archeologica congiunta italo-iraniana, partiti nel 2011, che hanno riportato alla luce la Porta di Tol-e Ajori, vicino a Persepoli, in Iran. Il monumento, una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni, è stato rinvenuto dal team guidato, per la parte italiana, dal prof. Pierfrancesco Callieri del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna che ha sede a Ravenna, e dall’ISMEO, Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, e, per la parte iraniana, dal prof. Alireza Askari Chaverdi, dell’Università di Shiraz.
La scoperta della porta di Tol-e Ajori, copia della famosa Porta di Ishtar di Babilonia, fatta probabilmente realizzare dall’imperatore persiano Ciro il Grande, o dal figlio Cambise, rappresenta un risultato eccezionale per l’Università di Bologna presente a Ravenna. Callieri spiega che: “Il monumento diventerà la prima tappa per i visitatori che si recano in Iran e andrà ad arricchire lo straordinario patrimonio artistico dell’antica Persepoli. Rimarrà per sempre testimonianza della partecipazione italiana a Persepoli, il più importante sito archeologico in Iran”.
Grazie al sostegno di Fondazione Flaminia, le campagne di scavo, dieci complessivamente dal 2011 a oggi, hanno visto il coinvolgimento operativo sul posto di numerosi studenti dei corsi di laurea ravennati del Dipartimento dei Beni Culturali: “Siamo orgogliosi – spiega Fondazione Flaminia – di aver contribuito a supportare la missione, consentendo in questi anni la partecipazione di tanti studenti a una esperienza scientifica così prestigiosa, una occasione unica per arricchire il loro percorso formativo, che li renderà professionisti ancora più capaci”.