Il SULPL, Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale, interviene nuovamente all’indomani della manifestazione di OSA e PAP che ha riunito in un corteo persone con striscioni e con slogan “NO ABUSI NO REPRESSIONE”

“Come Sindacato siamo rimasti letteralmente esterrefatti, non tanto dal pensiero di poche decine di persone che difendono chi decide di collocarsi al di fuori delle regole, ma dalla presa di posizione delle locali Istituzioni statali che hanno permesso che un corteo inneggiante all’anti-Polizia e contro la repressione delle divise potesse girare attorno al Comando della Polizia Locale di Ravenna”commenta Luca Falcitano, Segretario Regionale SULPL Emilia Romagna.

“Premettiamo che, da sempre, come Sindacato difendiamo il diritto costituzionale di esprimere il proprio pensiero manifestando, ma non possiamo tollerare in alcun modo che passi in sordina che si possa, potenzialmente, mettere in pericolo un Comando di Polizia e gli Operatori che quotidianamente vi lavorano. Va premesso che il SULPL, diversamente da quanto era stato annunciato pubblicamente dagli organizzatori, aveva appreso della manifestazione organizzata in forma di corteo, per la giornata del 5 aprile, tramite l’ordinanza di modifica della viabilità emessa dal Comune di Ravenna in cui si era messo nero su bianco il percorso che prevedeva il passaggio del corteo davanti al Comando della Polizia Locale di Ravenna. Appreso il contenuto dell’ordinanza di viabilità, il SULPL nella giornata di mercoledì 3 aprile decideva di scrivere immediatamente a Questura e Prefettura di Ravenna chiedendo, per tutela e sicurezza del Comando e dei Colleghi in servizio, una modifica del percorso della manifestazione. Ma nonostante la richiesta urgente nessuna risposta veniva fornita e come si è visto si è svolto, ieri, il passaggio davanti al Comando di un corteo di persone che avevano scritte del tipo “no abusi in divisa no repressione”.

“Abbiamo preso atto di come le Istituzioni statali abbiano permesso questo percorso con potenziale messa in pericolo delle strutture del Comando di Polizia Locale che, di fatto, è stato costretto a chiudere per questioni di sicurezza. Alle Istituzioni statali chiediamo se tutto ciò sarebbe stato, mai, consentito davanti ad un qualsiasi Comando delle Forze di Polizia Statali, ma riteniamo che questa sia una domanda retorica. Come Segreteria Regionale valuteremo di porre tale quesito, anche, alla politica nazionale, esprimendo pubblicamente l’amarezza per l’ennesima occasione in cui lo Stato non ha tutelato gli Operatori della Polizia Locale. Tutto questo è il risultato delle varie campagne politiche, anche trasversali, denigratorie dell’operato delle Forze dell’Ordine, per non parlare delle strumentalizzazioni che vengono attuate dalle varie organizzazioni associative presenti sui territori locali che rivendicano – giustamente – luoghi e spazi di aggregazione. Il SULPL, pertanto, rimane l’unico riferimento sindacale in grado di tutelare l’operato delle divise”