Mirko De Carli, capogruppo per il Popolo della Famiglia nel consiglio comunale di Riolo Terme, alla prossima assemblea cittadina, presenterà un ordine del giorno per chiedere chiarimenti sulla discarica Tre Monti dopo i dubbi sollevati dall’Antitrust in merito alla gestione dei rifiuti:
“Premesso che:
• la Regione Emilia-Romagna, con l’entrata in vigore della L.R. 23/2011, ha delegato all’Agenzia Territoriale Emilia-Romagna Servizi Idrici e Rifiuti (ATERSIR) molte delle funzioni precedentemente attribuite alla Regione;
• tra queste possiamo citare le funzioni di cui all’Art. 200 del D.Lgs. 152/2006, riconoscendo in quella regionale la dimensione ottimale dell’ambito di gestione del servizio rifiuti;
• in tale regione operano da lungo tempo servizi di gestione dei rifiuti in prorogatio di contratti scaduti, avvantaggiando i due operatori principali del mercato, facenti capo ai gruppi IREN ed HERA, entrambe società partecipate da molte amministrazioni pubbliche;
• l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM, di seguito Antitrust) ha predisposto una indagine conoscitiva del mercato della gestione dei rifiuti solidi urbani, la cosiddetta “IC 49”, chiusa con il provvedimento n. 25823 del 21 gennaio 2016;
• l’indagine conoscitiva, tra le varie conclusioni, che invitiamo il ministro a prendere in seria considerazione, ha affermato che:
◦ “si ritiene necessario che la durata degli affidamenti non superi un tetto massimo di cinque anni stabilito in via normativa; eventuali deroghe a tale principio devono essere sempre adeguatamente motivate nell’ambito della relazione ex art. 34, comma 20, del D.L. n. 179/2012, in funzione del recupero degli investimenti necessari”;
◦ “con riguardo al profilo dimensionale delle attività che caratterizzano la filiera della gestione dei rifiuti urbani, in coerenza con le dimensioni ottimali per lo svolgimento del servizio, i bacini per la raccolta dovrebbero essere il risultato di aggregazione del territorio dei Comuni più piccoli in un unico lotto e del frazionamento del territorio dei grandi Comuni in più lotti, mentre quelli per le fasi a valle della filiera dei rifiuti indifferenziati (TMB, TMV e discariche) dovrebbero essere diversi e più ampi rispetto a quelli della raccolta, in prima approssimazione su scala regionale”;
◦ “sotto il profilo della governance degli affidamenti dei diversi servizi, è auspicabile che venga mantenuta separata la gestione dei due segmenti della filiera (raccolta e fasi a valle), istituendo due livelli istituzionali differenti per le due fasi, come già succede in alcune Regioni”;
◦ “appare necessario ridurre la gestione integrata del ciclo dei rifiuti urbani ai soli casi (che andrebbero adeguatamente motivati) in cui essa è indispensabile per incentivare l’offerta di capacità di smaltimento, trattamento e/o recupero energetico che il mercato da solo non sarebbe in grado di fornire”;
◦ “è auspicabile che venga adottato un approccio basato sulla “concorrenza tra diverse forme di gestione” dei rifiuti urbani, nel rispetto dell’obiettivo “discarica zero””;
◦ “sarebbe auspicabile l’adozione di interventi fortemente disincentivanti sulle discariche (ecotasse)”;
• risulta agli atti che, a seguito dell’approvazione della L.R. n. 16 del 18 luglio 2917 il Segretario Generale dell’Antitrust, Roberto dott. Chieppa, ha già inoltrato nell’anno 2017 “al Dipartimento Affari Regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri una segnalazione ai sensi dell’art. 22 della legge n. 287/90 in merito agli effetti restrittivi della concorrenza della novella normativa, ai fini degli eventuali adempimenti di competenza”;
• in comune di Imola, in provincia di Bologna, è attivo da oltre quarant’anni, un impianto di smaltimento rifiuti nel suolo (discarica), su terreno calanchivo, con problemi di contaminazione interna ed esterna al sito riscontrati dai recenti accertamenti di ARPAE;
• la proprietà del sito è del Consorzio CON.AMI, cui partecipano 23 comuni dell’area bolognese, ravennate e fiorentina, mentre la gestione dell’impianto è stata affidata tramite contratto a HERAMBIENTE SRL, appartenente al Gruppo HERA;
• per l’ampliamento di tale impianto, ormai giunto a fine vita, proprietario e gestore hanno presentato un progetto per consentire nuovi conferimenti di rifiuti, in parte per sopraelevazione del corpo della discarica esistente, in parte per la realizzazione di un quarto lotto, in espansione ai tre precedenti, nel contiguo comune di Riolo Terme, in provincia di Ravenna;
• la Regione Emilia Romagna, nel dicembre 2016, ha valutato positivamente l’impatto ambientale dell’opera, limitatamente alla sola sopraelevazione e scorporando la parte progettuale dell’ampliamento, al solo fine di superare artificiosamente il sopraggiunto parere negativo della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici;
• alcune associazioni e cittadini hanno ottenuto, al Tribunale Amministrativo dell’Emilia Romagna, un pronunciamento positivo con l’annullamento della Delibera della Giunta Regionale di approvazione della valutazione di impatto ambientale;
• proprietà e gestione, hanno presentato un nuovo progetto relativo all’ampliamento della discarica, riproponendo quanto cassato dalla Soprintendenza dei Beni Paesaggistici;
• la regione Emilia-Romagna ha appellato al Consiglio di Stato la sentenza del TAR Emilia-Romagna, Sede di Bologna;
• l’Antitrust, facendo seguito a una segnalazione scritta, in merito al contratto di affidamento della gestione della discarica, nell’esercizio dei poteri di cui all’Art. 22 della L. 10 ottobre 1990, n. 287, ha rilevato, con la nota AS1526 del 4 luglio 2018, che:
◦ “L’Autorità osserva che il contratto di affitto di cui trattasi attribuisce in capo al gestore una esclusiva di fatto nel servizio di smaltimento in discarica, senza che tale soggetto sia stato selezionato mediante idonee procedure a evidenza pubblica. Tale scelta del Consorzio di Comuni, di cui appare discutibile la legittimità, in quanto posta in essere da un soggetto pubblico che è onerato da obblighi di pubblicità e trasparenza nella concessione dell’area pubblica adibita a discarica, appare quindi suscettibile di determinare condizioni non concorrenziali nell’offerta dei servizi di smaltimento”
◦ “In ultima analisi, l’Autorità rileva criticità concorrenziali derivanti dalla carenza di un titolo legittimo per la gestione della discarica “Tre Monti” da parte della società Herambiente S.p.a., evidenziando come tale assetto della gestione della discarica, peraltro, rischia di avvantaggiare il gestore anche nella partecipazione alle future gare per il servizio di gestione dei rifiuti urbani; anche se il servizio di smaltimento è tariffato e ci sono obblighi di accesso, infatti, l’integrazione verticale potrebbe comunque determinare vantaggi competitivi in sede di gara”;
• sempre l’Antitrust, con la nota AS1533 del 4 luglio 2018, indirizzata alla Regione Emilia e ad ATERSIR, ha evidenziato come, nei bandi di gara indetti da quest’ultima e aventi a oggetto l’affidamento “della gestione integrata dei servizi di igiene urbana” nelle province di Piacenza, Parma e Ravenna-Cesena, vi siano elementi “in evidente contrasto con la normativa a tutela della concorrenza e con il tradizionale orientamento espresso dall’Autorità, tra l’altro anche nell’indagine conoscitiva IC49…”;
• tra questi elementi possiamo citare la “durata degli affidamenti in considerazione delle caratteristiche dei servizi richiesti”, nonché “l’ampiezza dei bacini”;
• la lettura congiunta di tali elementi appare idonea a “limitare significativamente la partecipazione alle gare da parte di medie e piccole imprese, sia pure in ATI, a vantaggio degli storici operatori di mercato”;
• la nota evidenzia che “la durata dell’affidamento prevista nei bandi – fissata in 15 anni – risulta palesemente sproporzionata e non in linea con l’orientamento costante dell’Autorità”;
interroga il Sindaco di Riolo Terme
per sapere:
se non ritenga opportuno un intervento dello Stato Italiano per sancire una più netta separazione tra gli operatori che effettuano la gestione dei rifiuti urbani e quelli che effettuano lo smaltimento;
se, in Regione Emilia-Romagna, malgrado le segnalazioni dell’Antitrust, persistano tutt’ora azioni lesive della concorrenza nell’ambito del settore della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento ai bandi di gara dei Sub-Ambiti di Piacenza, Ravenna e quello in fase di approvazione della Provincia di Bologna;
se tali azioni lesive della concorrenza avvengano con la compiacenza delle pubbliche amministrazioni locali;
se il contratto in essere tra il CON.AMI di Imola ed HERAMBIENTE, per la gestione della discarica dei Tre Monti di Imola, viziato da quanto segnalato in premessa dall’Antitrust, consenta alla società del gruppo HERA di partecipare alla procedura di VIA in corso per l’ampliamento della discarica di cui sopra, pendente presso gli uffici competenti della Regione Emilia-Romagna o se, al contrario, tale partecipazione debba essere considerata indebita;
se il medesimo contratto, viziato per quanto segnalato dall’Antitrust, consenta una legittimazione alla medesima società nel partecipare all’appello pendente innanzi al Consiglio di Stato;
se nelle azioni segnalate non siano riscontrabili condotte penalmente rilevanti”.