Il presidente dell’Ente Parchi e Biodiversità-Romagna, Antonio Venturi e la presidente della Comunità del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola Marina Lo Conte intendono ringraziare il direttore uscente, Massimiliano Costa (nella foto a sinistra), per l’encomiabile lavoro svolto per l’Ente e per il Parco. Un lavoro perdurato nel tempo, dalla nascita del Consorzio di gestione del Parco nel 2009, poi alla guida dell’Ente istituito dalla Regione Emilia-Romagna per gestire tutte le aree protette (parchi e riserve naturali) e i siti della rete Natura 2000 nel territorio di gran parte della Romagna (ad eccezione della Bassa Romagna e dei comuni di Ravenna e Cervia, affidati al Delta del Po).
Negli undici anni di servizio, Costa ha trasformato la Vena del Gesso nel Parco della vena del Gesso, allestendone il territorio e raccontandone in modo evidente e permanente i valori. Il visitatore, oggi, è preso per mano ed accompagnato a scoprire questo territorio straordinario, che racchiude in sé tanti preziosi segreti.
Non ha lavorato da solo, anzi, ha saputo dare forza a tutti quanti già amavano, conoscevano e volevano raccontare le meraviglie della Vena del Gesso. In seguito, ha cercato di dare alla Romagna quella visione di insieme del proprio patrimonio naturale, il disegno di Pietro Zangheri reso tangibile attraverso le aree protette; idea non completata, forse per le carenze di una legge regionale, quella istitutiva degli Enti Parchi e Biodiversità, da perfezionare per dare a questi Enti il ruolo necessario
Tante idee e tanti progetti, tanti finanziamenti recuperati attraverso i fondi regionali e, soprattutto, i programmi europei. L’iniziale “impianto” del Parco della Vena del Gesso, con la realizzazione di tutta l’immagine coordinata, ancora ben visibile visitando l’area protetta, che spiega gli angoli più interessanti dell’affioramento gessoso e i punti di servizio del parco; i quattro sentieri tematici ad anello che permettono di visitare i vari settori della Vena; le aree attrezzate con i belvedere sulla valle del Rio Chié; i parcheggi di Monte Mauro, per fruire soltanto a piedi di questa parte più selvaggia e affascinante della Vena del Gesso.
Ha ideato ogni tassello del sistema di fruizione del Parco, a partire dall’ampliamento e ammodernamento del centro visite Ca’ Carnè (finanziato anche con i fondi Interreg del progetto Climaparks), divenuto di gran lunga la miglior struttura del sistema delle aree protette dell’intera regione. Poi l’idea di allestire la casa cantoniera di Borgo Rivola a centro visite dedicato al carsismo e alla speleologia, data la vicinanza con la grotta del Re Tiberio. Poi ancora l’acquisto del Palazzo Baronale di Tossignano per farne un museo geologico dedicato al Gesso. Questi due interventi, costosi e complessi, sono stati svolti a più riprese, utilizzando i fondi del piano di sviluppo rurale, dei GAL e, ancora in corso, del progetto POR-FESR che permetterà di completare l’allestimento del Parco della Vena del Gesso (anche con nuovi sentieri, aree camper, tensostrutture, un nuovo ponte pedonale e ciclabile sul Senio a Borgo Rivola, lungo l’Alta Via dei Parchi, il completamento del centro visite alla Casa del Fiume). Con fondi del piano di sviluppo rurale sono stati allestiti il piccolo, ma completo museo archeologico nella rocca di Brisighella, è stata acquistata e allestita l’ex-cava Marana in cui sono stati per quasi dieci anni organizzati i magici concerti della Recondita Armonia, sono stati realizzati miglioramenti presso il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio. Il museo geologico all’aperto dell’ex-cava del Monticino è stato completamente ristrutturato e arricchito, con i finanziamenti regionali per il recupero delle cave.
Non solo strutture di servizio al visitatore, ma anche progetti per l’agricoltura (il progetto Interreg Sigma2, per valorizzare alcuni prodotti straordinari e un territorio di qualità, sperimentando anche forme di agricoltura sostenibile; il progetto PSR per la prevenzione dei danni da fauna selvatica, i protocolli per collaborare con le aziende agricole e con gli agriturismi, per cercare di promuovere assieme il territorio del parco e la sua agricoltura). Soprattutto, tanta ricerca e conservazione, del patrimonio naturale e culturale, che sono gli elementi che “fanno grande” un’area protetta e la rendono un’attraente meta turistica. Progetti finanziati dal programma europeo LIFE, come Gypsum, per la conservazione dei pipistrelli e delle grotte; Eremita, per alcune specie di insetti su tutto il territorio romagnolo e, soprattutto, LIFE4Oakforests, progetto decennale per migliorare la qualità dei boschi di quercia appenninici. Inoltre, la reintroduzione di una rara felce (estinta negli anni ’50 dalla grotta del Re Tiberio), il progetto Adriaticaves per gestire in modo più sostenibile e promuovere la fruizione delle grotte visitabili (nel Parco e nella Riserva di Onferno), i finanziamenti per le ricerche archeologiche, i monitoraggi del patrimonio naturale che, iniziati quando ancora era in Provincia, ormai sono ininterrottamente condotti da quasi 15 anni; infine tante pubblicazioni In particolare quelle realizzate da parte della Federazione Speleologica Regionale) per raccontare questi valori.
In totale, sono stati investiti in questo decennio 6.300.000 euro, in gran parte provenienti dall’Unione Europea.
Va inoltre segnalato l’ottimo rapporto di collaborazione instaurato in questi anni con le Associazioni agricole,con quelle naturalistiche e del tempo libero,con le Universita’ e gli Istituti di ricerca
Tra le ultime attività, la redazione del Regolamento per la fruizione del Parco della Vena del Gesso, riadottato dal Comitato Esecutivo del 29 giugno scorso, dopo una positiva condivisione effettuata con le Associazioni degli Agricoltori.
Nel corso della stessa seduta, l’Esecutivo ha preso la decisione di affidare a Fabio Ghirelli (già responsabile amministrativo-contabile dell’Ente) l’incarico di direttore, dal 1 luglio fino al 31 dicembre, in attesa anche di possibili evoluzioni future relativamente alla riforma degli Enti Parchi e Biodiversità da parte della Regione Emilia-Romagna, attraverso l’auspicabile revisione della legge regionale n. 24/2011.
Parte, così, una nuova fase per l’Ente, che perde una pedina importante, ma è ormai abbastanza strutturato per affrontare le sfide future al fine di salvaguardare, tutelare e valorizzare il patrimonio di aree naturali protette, fra cui in primis proprio il Parco della Vena del Gesso Romagnola. Qui, grazie al rapporto positivo stabilito e formalizzato con gli agricoltori, grazie anche alla condivisione di un accordo agroambientale firmato con tutte le Associazioni Agricole, si potrà ripartire con nuova energia e nuove idee, come, ad esempio, appena dimostrato dall’importante accordo con Casa Novella di Riolo Terme per la vendita dei prodotti agricoli delle Aziende convenzionate con il Parco mentre altri accordi sono in via di definizione