A Ca’ di Malanca, da molti anni, nella seconda metà dell’estate si svolge una manifestazione per onorare il sacrificio dei combattenti caduti per la libertà e per fare conoscere gli avvenimenti che caratterizzarono il breve periodo in cui due battaglioni della 36ª Brigata Garibaldi “A. Bianconcini”, circa 700 partigiani, si attestarono nell’area di Ca’ di Malanca.
Questo periodo coincide praticamente con l’avvio del riposizionamento della Brigata verso la parte bassa dell’Appennino, dopo le dure battaglie a Capanna Marcone, sul Monte Carzolano e sul Monte Bastia. Dopo un breve periodo nell’area di Sommorio e nella zona del Sintria, durante il quale ebbe luogo l’importante battaglia di Castagno, e con la riorganizzazione su quattro battaglioni, il secondo e il quarto, guidati dallo stesso comandante di Brigata Luigi Tinti “Bob”, si attestarono nella zona di Monte Romano e del Rio Cò, dove rimasero fino alla battaglia di Purocielo del 10-11-12 ottobre 1944.
La giornata è dedicata in particolare a questo periodo. Parteciperanno alcuni partigiani e molti famigliari dei partigiani della 36.a Brigata.
Il programma della manifestazione:
ore 11.00 S. Messa in memoria dei caduti
ore 12.00 Pranzo organizzato dall’ANPI e dall’Associazione Ca’ di Malanca (piadine, affettati, formaggi, dolci e frutta; si raccomanda la prenotazione)
ore 14.00 Incontro con i partigiani della 36ª Brigata Garibaldi “A. Bianconcini” e i loro famigliari
ore 15.30 Anteprima del Cd in preparazione “Il Seme della Libertà” a cura di Bella Ciao Trio e ACSE’ con canti e letture dedicate alla Resistenza
A seguire: Saluto di Luca Della Godenza, sindaco di Castelbolognese, in rappresentanza dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina
Contributi e testimonianze di:
Claudio Casadio – “Storia di Ca’ di Malanca dalla fine della guerra ad oggi”
Angela Esposito – “I giovani e la Resistenza”
Bruna Gualandi – “Una famiglia di partigiani”
Gabrio Salieri – “Le ragioni della scelta di dislocare circa metà delle forze della 36ª nel territorio di Ca’ di Malanca”
Intervento conclusivo di Carlo Ghezzi, della segreteria nazionale ANPI