E’ stato sottoscritto, nella sede della Regione Emilia-Romagna, il nuovo Patto per il lavoro e per il clima. Il documento già sottoscritto da 55 tra enti locali, rappresentanti dell’impresa, sindacati, università, scuola, associazioni, banche e terzo settore.
Questa volta le parti hanno concordato e condiviso un testo in 20 pagine dedicato alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e che contiene obiettivi strategici e priorità.
“I numeri parlano chiaro: nel 2021 sono stati denunciati in Emilia-Romagna 74.066 infortuni sul lavoro di cui 63.034 in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto, 1.574 in occasione di lavoro con mezzo di trasporto e 9.458 in itinere. Pesa anche il computo delle malattie professionali (5.578), e degli infortuni che coinvolgono le donne al 38% ed al 35%. L’anno scorso 110 persone, di cui 9 donne, sono morte sul lavoro. Sono dati Inail, dunque ufficiali, ma non tengono conto dei fatti anche gravi che sfuggono alle statistiche che caratterizzano in vario modo il lavoro nero e il lavoro grigio”: elenca Tullia Bevilacqua, segretario regionale Ugl Emilia-Romagna, il sindacato tra i firmatari del Patto regionale, parte attiva nello studio e nelle proposte di ogni avanzamento del programma.
“Del documento sottoscritto ieri e dedicato alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro condividiamo le linee di principio e i presupposti: per lavoro – sia esso dipendente o autonomo – si intende il lavoro di qualità, ovvero il lavoro stabile, adeguatamente remunerato e tutelato. E i primi requisiti di un’occupazione di qualità sono proprio la salute e la sicurezza”: spiega Tullia Bevilacqua.
“Nel documento regionale – evidenzia il segretario regionale Ugl Emilia-Romagna – si chiede di assicurare alle persone, dal primo giorno di lavoro e lungo tutto l’arco della vita lavorativa, le competenze che permettano di comprendere, prevenire, ridurre fino ad eliminare i fattori di rischio. Ovvero, si tratta della cosiddetta formazione continua, tanto decantata e in realta’ spesso scollegata dai processi produttivi e del lavoro. Ci si propone di contrastare il lavoro irregolare, sia di natura subordinata che autonoma, la precarietà, l’utilizzo non legittimo di contratti precari, le pratiche di appalto elusive della normativa nonché l’eccessiva esternalizzazione e frammentazione delle attività negli appalti e nei subappalti, a partire da quelli pubblici e un’attenzione particolare sui casi di mobbing. Temi che abbiamo condiviso con grande convinzione: contro il lavoro nero l’ Ugl conduce ogni anno campagne informative, iniziative pubbliche e convegni. E sul mobbing, in particolare, abbiamo chiesto la massima attenzione, perché si tratta di un fenomeno esistente e sempre difficile da portare alla luce e certificare nelle cause di lavoro”.
“Per evitare il dumping sociale e sostenere le imprese virtuose contro ogni forma di concorrenza sleale, combattere ogni forma di illegalità per un mercato del lavoro più equo e sicuro, sono necessari più controlli rafforzando in uomini e mezzi gli organismi preposti. L’Ugl lo chiede da anni e questa necessità è indicata nero su bianco nel documento”: aggiunge Tullia Bevilacqua. “E condividiamo anche l’auspicato salto di qualità nel contrasto all’infiltrazione mafiosa e del crimine organizzato nel tessuto socio/economico dell’ Emilia-Romagna, progettando anche nuovi strumenti a contrasto del proliferare di imprese, come le false cooperative, le cooperative spurie e le false srl, società che aggirano forme legali di utilizzo della mano d’opera e degli appalti. Su questa tematiche l’ Ugl, non solo a livello regionale, ha da tempo suonato il campanello d’ allarme”.
C’è un altro capitolo che il sindacato vuole sottolineare: “Nel documento approvato ieri si chiede di sostenere processi di innovazione organizzativa ed elevare gli standard tecnologici nel lavoro anche attraverso la digitalizzazione, la robotica, i big data, e l’e-commerce… Noi qui come Ugl chiediamo di governare con la massima attenzione questi processi innovativi, affinché la robotica e le innovazioni digitali siano inseriti sempre in programmi di supporto e sollievo all’attività umana quotidiana e non in sostituzione della forza lavoro esistente.”
“Condividiamo la scelta di realizzare focus mirati per i settori considerati più a rischio in Emilia-Romagna che sono: costruzioni, logistica e agricoltura. Da tempo in questi importanti segmenti dell’economia regionale come sindacato abbiamo segnalato criticità. In ambito sanitario il Patto indica alcuni provvedimenti varati di recente che concorrono a dare piena attuazione alla strategia di fondo. E a nostro parere sono molto importanti le iniziative già intraprese per la prevenzione del rischio cancerogeno, delle patologie professionali in generale e del rischio di stress correlato al lavoro. Perché a nostro parere oltre a garantire standard elevati di modelli produttivi si deve sempre contestualmente tendere alla tutela della salute ed alla prevenzione del rischio non solo per abbattere quella statistica negativa degli infortuni. Ma anche per impedire che esista quella forma latente di malattie professionali che incidono a vari livelli sul sistema sanitario nazionale e con un costo per la comunità a medio e lungo termine tutt’altro che irrilevante”: afferma Tullia Bevilacqua.
“Infine, salutiamo positivamente tra le proposte inserite nel Piano il proposito di rafforzare i servizi di vigilanza sul territorio (operatori di Sanità Pubblica e ispettori del lavoro) promuovendo la costituzione di un Nucleo interforze per la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sostenendo l’attività di affiancamento rivolta alle imprese degli organismi paritetici costituiti dalle organizzazioni sindacali e datoriali in un’ottica di concertazione, collaborazione tra le istituzioni, dialogo e strategia integrata d’azione: che come Ugl abbiamo sempre sollecitato”: conclude il segretario regionale Ugl Emilia-Romagna, il sindacato tra i firmatari del Patto regionale, Tullia Bevilacqua.