“Tra anniversari danteschi, Congressi internazionali e Biennali del Mosaico Contemporaneo, l’Associazione Dis-ORDINE cerca come sempre di dare rilevanza anche agli interstizi della realtà cittadina e di segnalare quegli elementi che sembrano marginali, ma che partecipano anch’essi a rendere leggibile la nostra città.
Esistono migliaia di targhe toponomastiche dedicate al sommo poeta, il più famoso e conosciuto al mondo: piazze, vie, lapidi. Secondo alcune stime in Italia dovrebbero essere 3793! Ravenna ha l’ordito della propria storia intessuta con la trama dantesca e più volte si è stati perfino tentati di estendere la toponomastica dantesca, assegnando nomi di vie a chi fece il primo commento della Comedia (Jacopo Alighieri), a chi contribuì al recupero degli ultimi canti (Piero Giardini), a chi ospitò il poeta a Ravenna (Guido Novello da Polenta), a chi ne salvò le ossa pochi anni dopo la sua morte (Pino della Tosa), a chi evitò la distruzione di quei resti nell’Ottocento (Anastasio Matteucci), a custodi storici della tomba (Antonio Fusconi) e a famosi estensori di epitaffi.
Tutto giusto e auspicabile, ma non dimentichiamo che in nessun luogo al mondo Dante è stato definito «SCRITTORE». Solo a Ravenna, proprio davanti al suo sepolcro, compare la targa più offensiva ove viene definito POETA-SCRITTORE.
Abbiamo trovato corrispondenza di intenti e di sensibilità anche presso studiosi, artisti, intellettuali, politici e cittadini comuni che in centinaia hanno sottoscritto questo nostro appello per correggere quello che consideriamo un piccolo errore ma che apre la strada ad una grande risata. Poniamo fine a questa vergogna.”