Studiare in Emilia-Romagna prima, lavorarci e viverci dopo. È la storia di tanti ragazzi e ragazze – in continuo aumento – che scelgono di iscriversi negli Atenei regionali, e possono farlo anche grazie all’impegno di Regione e Università per garantire il diritto allo studio.
Di fronte a questa domanda in crescita, per l’anno accademico 2023-2024 la Giunta regionale stanzia la somma più alta di sempre, investendo quasi 150 milioni di euro – rispetto ai 135 dell’anno accademico precedente – per allargare ulteriormente la platea dei beneficiari e assicurare le borse di studio al 100% degli aventi diritto. Borse che aumentano sia a livello di importo unitario, che di numero, e che prevedono importi maggiorati del 20% per le studentesse iscritte alle lauree Stem, quelle cioè scientifiche, ingegneristiche, matematiche.
Se nell’anno accademico 2022-2023 erano infatti 27.155 gli iscritti agli Atenei regionali risultati idonei ai benefici del diritto allo studio erogati da ER.GO, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, quest’anno sono 27.876 (quasi il 3% in più), con un incremento di risorse stanziate di quasi 15 milioni: ciò consentirà a tutti gli aventi diritto di ricevere i benefici.
Risorse e dati che sono stati presentati dal presidente, Stefano Bonaccini, e dall’assessora all’Università, Paola Salomoni, oggi in una conferenza stampa in Regione alla quale hanno partecipato anche tre rappresentanti degli Atenei con sede in Emilia-Romagna: Laura Ramaciotti, magnifica rettrice dell’Università di Ferrara, Gianluca Marchi, prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Fabrizio Storti, prorettore dell’Università di Parma e Federico Condello, delegato dell’Università di Bologna per le studentesse e gli studenti e la comunicazione istituzionale.
“Rafforziamo ancora l’impegno della Regione per consentire al maggior numero possibile di ragazzi e ragazze di raggiungere i più alti gradi di formazione, con particolare attenzione agli studenti meritevoli con minori possibilità- sottolineano Bonaccini e Salomoni-. Investiamo la cifra record di 150 milioni di euro per finanziare le borse di studio, il cui fabbisogno – in denaro e servizi – è aumentato di quasi l’11% rispetto all’anno scorso, e garantire così il sostegno a tutti gli studenti e studentesse che ne hanno diritto. Il sistema universitario dell’Emilia-Romagna- aggiungono presidente e assessora- è il più attrattivo d’Italia, come confermano i dati Anvur, grazie al prezioso lavoro dei nostri Atenei, che ringraziamo per il prezioso lavoro che svolgono e la collaborazione costante. La nostra è la regione che ospita il maggior numero di studenti immatricolati fuorisede: siamo orgogliosi, ma al tempo stesso consapevoli che occorre continuare a investire sempre di più sul diritto allo studio, che vuol dire investire su un nuovo presente e un futuro diverso”.
Le risorse
Sono esattamente 149 milioni e 786mila euro le risorse destinate a finanziare le borse di studio, compresa la spesa per i servizi. L’investimento diretto della Regione Emilia-Romagna attraverso ER.GO vale 60 milioni di euro, di cui 13 a valere sul Fondo sociale europeo plus e 3,5 sul Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità. A questi finanziamenti si sommano ulteriori 27,5 milioni finanziati attraverso la tassa regionale per il diritto allo studio.
Tra le leve nazionali che portano al raggiungimento del 100% degli idonei c’è quella del Fondo integrativo statale, per cui la Regione ha ricevuto 34,6 milioni, e delle risorse Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per 26,7 milioni.
Confermato anche quest’anno il contributo di un milione di euro da parte delle Università emiliano-romagnole, in misura proporzionale al numero dei beneficiari di borsa di studio iscritti a ciascun Ateneo e della relativa spesa, a testimonianza di come il diritto allo studio sia un valore condiviso tra le istituzioni del territorio.
Le borse di studio: importo +8%, destinatari +3%
L’importo unitario della borsa di studio cresce dell’8% e raggiunge i 6.656,52 euro per i fuori sede, i 3.889,99 euro per i pendolari e i 2.682,77 euro per gli studenti in sede – con ulteriori incrementi del valore della borsa per chi si trova in maggiori difficoltà economiche (sono 11.935, pari al 43% degli studenti assegnatari) e per le studentesse iscritte alle lauree Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Per queste ultime la maggiorazione dell’importo della borsa è del 20%, e ne beneficeranno in Emilia-Romagna 3.088 studentesse.
La prima rata della borsa di studio è già stata pagata entro il termine stabilito dalle disposizioni ministeriali del 10 novembre a oltre 4mila matricole.
Lo stanziamento senza precedenti di risorse si è reso necessario anche per rispondere alle norme di attuazione del Pnrr e in particolare all’incremento dell’importo della borsa di studio previsto dal ministero dell’Università e della Ricerca con il DM 203/2021. A tale norma, però, non hanno fatto seguito aumenti delle risorse nazionali stanziate: pertanto è stata la Regione a farsi carico del maggior fabbisogno finanziario (+11% rispetto al 2022).
La situazione abitativa: dal 2020 al 2027 +40% posti letto disponibili
E si rafforza anche la disponibilità di posti letto per gli studenti universitari: negli ultimi tre anni è passata da 3.533 del 2020 a 3.811 di oggi, di cui 1.783 a Bologna. Considerando le strutture in fase di realizzazione o che saranno realizzate, l’incremento dal 2020 al 2027 sarà del 40%, con l’obiettivo di superare i 5.100 posti letto complessivamente disponibili in Emilia-Romagna.
L’attrattività degli Atenei dell’Emilia-Romagna
I dati nazionali confermano l’attrattività degli atenei dell’Emilia-Romagna: il Rapporto 2023 dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) attesta come la nostra regione sia la prima nel rapporto fra ingressi e uscite di immatricolazioni nelle diverse Università, che è al 4,3, seguita dal Lazio (3,1), Lombardia (2,2) e Toscana (1,75); ciò significa che per ogni studente immatricolato residente in Emilia-Romagna che va a studiare fuori regione, vi sono 4,3 studenti di altre regioni che si immatricolano nei nostri Atenei.
In termini assoluti, in Emilia-Romagna nell’anno accademico 2021-2022 c’erano 86.227 iscritti residenti fuori regione, contro gli 83.489 della Lombardia e i 55.494 del Lazio. Divario che è in crescita, visto che nello stesso periodo le nuove matricole erano state 14.975 in Emilia-Romagna, 13.574 in Lombardia e 9.673 nel Lazio.
Carmine Caputo