“L’ecatombe di incidenti che si registra in questo periodo sulle strade di Ravenna e del suo comprensorio, purtroppo con morti e feriti, ci impone di perseverare sulle richieste ormai storiche rivolte all’Amministrazione locale (Comune e Provincia di Ravenna, in capo entrambe al sindaco) affinché i punti della propria viabilità altamente pericolosi e con un lungo elenco di sciagure siano messi in sicurezza. Il più famigerato, escluse le strade statali, è l’incrocio a raso di Osteria tra le strade provinciali Dismano e via Lunga. Soggette ad un traffico intenso, soprattutto d’estate, la sua sinistrosità, anche letale, è attestata dai dati della Polizia locale di Ravenna e del 118. I tentativi di ridurla, richiesti più volte dal Comitato cittadino del posto, non hanno avuto alcun effetto risolutivo. Sollecitata dalla popolazione locale, Lista per Ravenna ha portato in Consiglio comunale, tra il 31 gennaio 2020 e il 13 luglio 2021, altrettante interrogazioni rivolte al sindaco affinché fosse installata in quel punto una rotonda, ricevendo più volte assicurazioni sulla volontà politica di realizzarla.

 

AUTOVELOX SORPRENDENTE

A metà aprile 2022, grande fu perciò  la sorpresa degli abitanti in zona nel veder sorgere, a 250 metri dall’incrocio venendo da Ravenna, un autovelox attivo 24 ore al giorno. Ne riportai testualmente al sindaco questo commento: Servirà a far sollevare qualche pedale destro delle auto quanto basta a non superare i 70 km/h prescritti fuori del centro abitato, per spingerlo però ben oltre immediatamente dopo, dove vigono i 50 km/h, arrivando così all’incrocio a tutta birra. La visibilità degli arrivi laterali è largamente ostruita, specie dal tratto sinistro di via Lunga . Si salvi chi può”. Con quella interrogazione, datata 21 aprile, oltre a chiedere quanto fosse costato (non poco) acquistare e montare l’autovelox, posi dunque al sindaco la domanda cruciale: “Si farà (e quando), oppure non si farà più, la rotonda salvavita sull’incrocio maledetto di Osteria?”. Per singolare fatalità, il 28 aprile, nel punto dove era appena stato montato l’autovelox, un autocarro è uscito di strada rovesciandosi, mentre un secondo incidente si è verificato sempre lì nella notte tra il 7 e l’8 maggio.

In attesa di risposta, i cittadini di Osteria e gli utenti delle strade che conducono a quell’incrocio lessero però questa uscita pubblica del vice-sindaco Fusignani con delega alla Sicurezza: “Il velox e il box velox sono misure finalizzate ad aumentare la sicurezza, fermo restando che una soluzione infrastrutturale vera e propria non si può fare. La rotonda non è così semplice da realizzare, perché siamo a ridosso delle case e non ci sono le geometrie necessarie a consentirla”.

 

FATTIBILITÀ DELLA ROTONDA

Non spetta ai politici fare i tecnici dei lavori pubblici, specie se non ne hanno gli strumenti e sono oltretutto disinformati. Già il 9 novembre 2020 l’assessore comunale ai Lavori pubblici, parlando a nome del sindaco, diede infatti, ad una mia interrogazione, la risposta seguente: “La Provincia ha sviluppato un progetto di fattibilità che prevede una rotatoria eccentrica di diametro esterno di 35 metri con una previsione di costo di circa 200.000 euro. […] Si allega lo schema planimetrico del progetto effettuato dalla Provincia” (allegato). Il tutto spedito al Comune dall’ingegnere capo della Provincia stessa.

 

DIFFIDA

Dunque la rotonda si può fare e con un costo accessibile. C’è stata in mezzo la pandemia. Ma il 13 luglio 2021, l’assessore stesso, di nuovo incalzato, mi rispose così in Consiglio comunale, sempre a nome del sindaco: “[…] le Province stanno cominciando in qualche modo a riprendere un discorso di pianificazione dei vari interventi. Questo di Osteria, per il quale è già stato fatto un progetto di fattibilità, è assolutamente da pianificare tra le infrastrutture da realizzare. Contiamo a breve di poter firmare un accordo […]. Da allora ad oggi c’è stata la stecca del vicesindaco, ma, forse per questo, nessuna risposta è arrivata dal sindaco.

Sono però passati oltre quattro mesi e mezzo dal deposito di quella interrogazione, benché la legge (Testo unico degli enti locali, d. lgs n. 267 del 2000, art. 43, comma 2) disponga che deve essere data “entro 30 giorni”. È la più vecchia tra quelle sospese. L’ultimo sollecito, che faccio partire oggi stesso, avrà dunque la veste di una diffida (allegata) ai sensi degli artt. 1 e 2 della legge 241 del 1990 e 328 del codice penale (“Rifiuto di atti di ufficio”). Significa che, se entro altri 30 giorni, non riceverò risposta, il mio atto successivo, oltretutto motivato da ragioni di sicurezza pubblica, prenderà la strada della Procura della Repubblica.”