Giacomo Neri, uno dei più grandi calciatori nati a Faenza, a lungo in squadre di livello in serie A, moriva dieci anni fa. All’età di 94 anni, quando era il più anziano calciatore vivente ad aver militato nella Nazionale italiana.
Poco più di tre mesi prima della morte, pochi giorni dopo il suo compleanno (era nato il giorno di Capodanno del 1916), aveva ricevuto il premio “Una vita per lo sport” del Comune.
Nella sua eccellente carriera di calciatore, Giacomo Neri disputò 232 partite in serie A (56 reti), 25 in B (4 gol) e 3 presenze in Nazionale, due contro la Svizzera a Zurigo e una a Berlino con la Germania a cui segnò un gol.
Dopo aver debuttato nel Faenza a 16 anni, accanto ai campioni ungheresi Balassa e Kelchen, passò al Dopolavoro Ferroviario di Rimini e quindi al Livorno con cui esordì in serie A e rimase altre due stagioni, l’ultima in B.
Neri a vent’anni fu ceduto alla Juventus, primo romagnolo, dove totalizzò 12 presenze e una sola rete, anche se importante perché fu la numero 6000 della storia bianconera.
Ritornò a Livorno per due anni prima di passare al Genoa, dove si affermò fino a conquistare la maglia azzurra della Nazionale. Le presenze in azzurro avrebbero potuto essere più numerose, ma il secondo conflitto mondiale tolse Neri e ai tanti atleti del tempo gli anni migliori.
Nell’arco di cinque stagioni nel Genoa, Neri totalizzò 107 presenze e 32 goal, in una squadra che lottava sempre al vertice, anche se non riuscì a conquistare lo scudetto. Vinse con i rossoblù la Coppa Città di Genova.
Amico, ma solo omonimo di Bruno (a cui è intitolato lo stadio), di sei anni più anziano, Giacomo Neri, ala destra, veloce e scattante, abile nel dribbling, era bravissimo a crossare e a confezionare assist, ma era anche un goleador: rimane un record imbattuto la quaterna rifilata in soli 14 minuti con la maglia del Genoa che si impose 6-1 al Bari.
Dopo la fine del conflitto mondiale, Neri giocò per l’Inter per due anni accanto a Beppe Meazza, Guaita e Lorenzi, prima di concludere la carriera a Neuchâtel in Svizzera, e iniziare quella di allenatore ad Alessandria, che portò dalla D alla B, quindi a Casale e Lucca, e infine a Faenza.
Dopo aver lavorato in azienda, a Treviglio, Giacomo Neri rientrò definitivamente nella città natale, riavvicinandosi ai colori biancazzurri come presidente dell’associazione degli ex giocatori del Faenza. Era anche stato membro dell’associazione Atleti azzurri d’Italia, dell’Unione nazionale Veterani dello sport e socio del Panathlon Club Faenza.