Il deputato romagnolo Marco Di Maio lancia la proposta per programmare la riapertura delle attività sul territorio: “Un tavolo che coinvolga tutte le istituzioni, anche quelle preposte per i controlli di sicurezza. Non si può aspettare”
“Anche la provincia di Ravenna deve attrezzarsi subito, con un apposito organismo, per programmare la ripartenza delle attività. La chiusura della stragrande maggioranza delle aziende, piccole e grandi, fino al 3 maggio comporterà danni economici per miliardi di euro. Si possono attivare le condizioni per anticipare una riapertura senza per questo mettere in pericolo la salute delle persone“. E’ l’esortazione che arriva dal deputato romagnolo Marco Di Maio a proposito della situazione economica generata dalla prolungata chiusura di ogni attività per contenere la diffusione dell’epidemia Covid-19.
“Anche sul territorio bisogna darsi da fare per gestire la fase della ripartenza – afferma il deputato – o il rischio è che ci siano attività che riprendono a lavorare pur in assenza di accordi; e che quelle che, giustamente, rispettano i divieti finiscano con l’essere così penalizzate da faticare a riaprire. E del resto ci sono attività che potrebbero riaprire immediatamente, in piena sicurezza per i lavoratori, anche prima del 4 maggio. Il Governo sembra orientato in questa direzione, ma sul territorio si giochi d’anticipo”.
La proposta del parlamentare romagnolo è chiara: “Proponiamo che anche in questa provincia, come si è fatto altrove, si costituisca al più presto un ‘Tavolo per la ripartenza’, composto dagli enti territoriali e dagli organismi di controllo: quindi dalla Provincia, dalla Prefettura, dalla Regione, dal Comune di Ravenna, dalla Camera di Commercio, dall’Ausl, Inail, Inps, Ispettorato nazionale del lavoro e da tutte le parti sociali: dunque le organizzazioni economiche e i sindacati. Coinvolgendo anche i parlamentari e i consiglieri regionali, di maggioranza e opposizione”.
La fase che stiamo attraversando richiede la massima unità e l’impegno di tutte le forze disponibili: “Non è il momento di badare ai campanili o alle appartenenze – conclude il deputato -, ma quello di unire, di coinvolgere, di mettere in campo tutte le risorse che ci sono a disposizione. E credo che a livello territoriale ci sarebbero le condizioni per stipulare accordi specifici per fare ripartire le attività che, rigorosamente, rispettano tutte le condizioni di sicurezza per tutti i lavoratori. Non aspettiamo solo che il Governo e la Regione, che pure si sta muovendo rapidamente su questo versante, compiano i propri passi: facciamoci trovare preparati”.