Lasciato chiuso in cella per due ore con il fumo di un incendio della stanza di fianco che entrava da una finestra, rischiando di soffocarlo.

Lo ha denunciato alla Procura ravennate un detenuto di 49 anni, italiano, ristretto nel carcere della città romagnola, dove sabato 15 luglio, nel tardo pomeriggio, è stato alla fine soccorso per un malore da intossicazione, dopo che aveva lanciato invano ripetute richieste di aiuto.

Sabato nell’istituto penitenziario ci sono stati momenti di tensione quando, in seguito alle fiamme, sono intervenute le forze dell’ordine a supporto della polizia penitenziaria. Una protesta che sembrerebbe essere stata provocata dal caldo che non permetteva ai detenuti di dormire. Il 49enne, nella denuncia presentata con l’assistenza dell’avvocato Alessandro Armaroli, ha spiegato di non conoscere i motivi per cui nella cella a fianco era stato innescato un rogo. Ma ha riferito che il fumo è entrato nella cella, condivisa con un compagno, dalla finestra del bagno comunicante e che sono state inutili le richieste al personale: hanno dovuto attendere quasi due ore, prima che la direttrice del carcere raggiungesse la struttura. Sembrava infatti che senza la sua presenza nessuno potesse decidere di intervenire.

A un certo punto il detenuto, dopo aver cercato di sfondare insieme al compagno il cancello per salvarsi, si è accasciato nel bagno perché non riusciva più respirare ed è stato tirato fuori da due agenti della Penitenziaria. E’ intervenuto il 118 e il 49enne ha avuto bisogno di un aerosol e terapie per alcuni giorni. Nella denuncia chiede di accertare i fatti, indicando una ventina di testimoni, altri detenuti, che possono confermare il suo racconto.

 

(ANSA)