Giovedì 1 settembre 2022 alle ore 11.30, si terrà la cerimonia di dedicazione dei laboratori di ISIA Faenza a Carlo Zauli, considerato indiscutibilmente uno dei ceramisti scultori più importanti del Novecento. Nell’atrio monumentale di Palazzo Mazzolani, sede dell’istituto faentino, sarà inoltre installata l’opera La grande Natura del 1986, grazie a un accordo di comodato gratuito con il Museo Carlo Zauli.
L’evento avviene in occasione del ventennale della scomparsa di Carlo Zauli, in stretta connessione con il programma 20MCZ, organizzato dal Museo Carlo Zauli di Faenza per celebrare tale anniversario. Giovanna Cassese, Presidente di ISIA Faenza ha commentato: “La dedica dei laboratori a Carlo Zauli, in occasione dei venti anni dalla sua scomparsa si inscrive in una precisa politica culturale dell’ISIA di Faenza, che negli ultimi anni ha inteso valorizzare il proprio patrimonio materiale e immateriale e la sua storia prestigiosa. In questo contesto e con la medesima finalità sono state dedicate la biblioteca di design e l’Aula Magna rispettivamente a Bruno Munariad e Andrea Emiliani i quali, come Carlo Zauli, sono tra i fondatori della nostra istituzione nonché uomini illuminati del XX secolo”.
Carlo Zauli nasce a Faenza il 19 agosto 1926. Sin da piccolo manifesta grandi attitudini manuali che lo portano ad iscriversi al “Regio” Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza poi intitolato alla memoria di “Gaetano Ballardini”, dove frequenta il corso di studi tecnologici. La formazione di Zauli s’interrompe nel 1944, per la deportazione in Germania nel campo di lavoro di Hülz. Torna a scuola soltanto due anni dopo, diventando allievo e collaboratore di Angelo Biancini: Zauli ottiene il diploma di “Magistero Tecnico” nel 1948 e, l’anno successivo, completa gli studi con un “Corso Speciale di Decorazione Ceramica”.
Il lungo percorso artistico dello scultore inizia nel 1950 quando, assieme agli amici Umberto Zannoni, Averardo Giovannini e Renato Zama, rileva lo studio del ceramista Mario Morelli, la Nuova Cà Pirota, sito in via della Croce a Faenza. Dopo aver vinto i principali riconoscimenti dedicati all’arte ceramica, i primi anni Sessanta lo vedono evolvere verso un’interpretazione marcatamente scultorea del proprio mestiere. In questi anni matura il proprio linguaggio artistico, intriso di atmosfere informali intrecciate ad una armoniosa ma dirompente “naturalità”: sono gli anni di un crescente successo internazionale. Dal 1958, anno nel quale sono realizzati i grandi altorilievi per la reggia di Baghdad e il Poligrafico di Stato del Kuwait, vede la propria fama crescere continuamente, fino a spingersi, tra gli anni Settanta ed Ottanta, a tutta l’Europa, il Giappone, l’America del Nord, dove realizza esposizioni e colloca opere in permanenza. Le sue opere sono presenti oggi in quaranta musei e collezioni pubbliche in tutto il mondo.
Dopo la morte fu inaugurato, nella stessa sede del suo atelier, il Museo Carlo Zauli, diretto dal figlio Matteo Zauli, considerato oggi in ambito internazionale un centro nevralgico per la ceramica contemporanea e per la conoscenza e l’approfondimento del percorso artistico del Maestro. Gli vengono inoltre dedicate mostre retrospettive al Museo internazionale delle ceramiche di Faenza (2002), al Museo nazionale d’arte moderna di Tokyo (2008), alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (2014) e ai Musei civici d’arte antica di Bologna (2015).