Michele de Pascale non è più il sindaco di Ravenna. Il consiglio comunale ha votato la decadenza del neoeletto presidente della Regione Emilia-Romagna. Non sono mancate le polemiche da parte dell’opposizione.
Secondo le procedure burocratiche, de Pascale aveva tempo fino al 28 dicembre scorso per comunicare la scelta su quale carica prediligere, dopo le ultime elezioni. Se primo cittadino di Ravenna, oppure primo cittadino emiliano-romagnolo. La comunicazione non è arrivata e così è stata avviata la procedura di decadimento.
Sarà ora il vicesindaco, non più Eugenio Fusignani, ma Fabio Sbaraglia, ad assumere oneri e onori della guida della città, diventando di fatto il sindaco facente funzione.
Secondo il capogruppo di Forza Italia, Alberto Ancarani, tutto il percorso burocratico è stato seguito alla perfezione per evitare il commissariamento del Comune. Nel caso, infatti, fossero arrivate le dimissioni di de Pascale, dopo l’elezione in Regione, sarebbero immediatamente decaduti giunta e consiglio comunale, che, invece, oggi sono ufficialmente sciolti, ma rimangono in carica fino alle prossime elezioni amministrative locali. Ancarani ha ricordato anche come, in passato, Michele de Pascale avesse più volte assicurato di voler portare a termine il proprio secondo mandato alla guida della città e di non essersi presentato un’ultima volta in consiglio comunale per salutare l’assemblea. Le critiche sono state poi indirizzate al Partito Repubblicano Italiano, colpevole, secondo il “forzista”, di aver accettato passivamente la revoca ad Eugenio Fusignani del ruolo di vicesindaco, a favore di Fabio Sbaraglia. Per l’ “avvocato”, in sostanza, il consiglio comunale è stato trattato dai vertici del Partito Democratico come fosse una delle sezioni del partito stesso.
Gli stessi concetti sono stati ribaditi da Renato Esposito, capogruppo di Fratelli d’italia, che ha definito de Pascale “un uomo per tutte le stagioni”, sottolineando però al contempo le poche presenze in consiglio comunale. Censura anche per il Partito Democratico, per non aver dimostrato, secondo Esposito, rispetto della lealtà politica e delle regole morali nei confronti dell’alleato del PRI.
Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, ha ricordato alcune dichiarazioni del sindaco negli anni precedenti, la volontà, ovvero, di voler portare a termine il Piano Urbanistico Generale, che però rischia di essere approvato nella nuova legislatura, e la promessa di non abbandonare anzitempo la guida di Ravenna, ruolo definito prioritario meno di un anno fa.
Anche per Veronica Verlicchi, capogruppo di La Pigna, si è seguito perfettamente un copione burocratico per evitare il commissariamento dell’amministrazione comunale. La consigliera ha ricordato gli screzi avuti con de Pascale, quando la lista civica, in passato, assicurò che il secondo mandato del neoeletto sindaco non sarebbe durato 5 anni.
Per Verlicchi, poi, l’attuale principale esponente del PRI Eugenio Fusignani ha barattato i prossimi mesi da vicesindaco, cedendoli al Partito Democratico, con la promessa di ricevere la medesima carica in caso di vittoria del centrosinistra elle prossime elezioni comunali, quindi per i prossimi 5 anni.
Gianfilippo Rolando, capogruppo di Lega Salvini Premier, ha concordato con i consiglieri di minoranza, definendo l’intera situazione imbarazzante
Una prima difesa dell’operato della maggioranza è stato portato avanti da Andrea Vasi, capogruppo del Partito Repubblicano, che si è soffermato sulla revoca della vicesindacatura. La carica è stata assegnata al PRI in base ai risultati elettorali ottenuti, ma, per Vasi, oggi, un partito con il 5% dei voti non avrebbe potuto amministrare un Comune dove un alleato, invece, come il Pd, aveva ottenuto il 36% delle preferenze
Per Cinzia Valbonesi, consigliera del Partito Democratico, la delibera del decadimento è stata doverosa, in ossequio al testo unico degli enti locali. Identica situazione è in corso nel Comune di Genova, dove il sindaco Marco Bucci è stato scelto dagli elettori come presidente della Regione Liguria. Per la consigliera, pensare oggi ad un commissariamento del Comune di Ravenna, è aberrante di fronte ad un consiglio comunale pienamente operativo e di fronte ad una giunta compatta. Valbonesi ha poi difeso de Pascale sul tema delle assenze in consiglio comunale: assenze maturate poiché, grazie alle differenti cariche ottenute, ha potuto portare sui tavoli nazionali le istanze di Ravenna, ottenendo buone risposte.
Daniele Perini e Davide Buonocore, della lista de Pascale sindaco, hanno evidenziato come a scegliere siano sempre gli elettori. De Pascale è stato scelto per guidare la Regione Emilia-Romagna, segnale che, nonostante le critiche dell’opposizione, la maggioranza dei votanti ha fiducia nel suo operato
A conclusione della discussione, la delibera del decadimento ha ottenuto i voti favorevoli delle forze di maggioranza e i voti contrari dell’opposizione