“Mirko De Carli, Consigliere comunale a Riolo Terme e Consigliere nazionale de “Il Popolo della Famiglia”, interviene in merito agli sviluppi emersi rispetto alla vicenda della bonifica della LOTRAS: “Il comitato di cittadini Faenza Eco-logica ha commissionato una serie di analisi (a proprie spese, ad un laboratorio accreditato) dei suoli e delle acque del bacino di laminazione accanto a Tampieri, dove confluirono tre anni fa le acque di spegnimento dell’incendio Lotras, bacino mai completamente bonificato in questi anni. Il suolo è risultato contaminato da idrocarburi pesanti venti volte sopra i limiti di zone industriali. Le acque risultano inquinate di metalli pesanti (ferro, manganese e alluminio). Il comitato ha già fatto un esposto alla procura, forestali e prefettura sulla base di queste analisi. Sono stati trovati anche fusti vuoti di olio esausto o simile. Chi scarica illecitamente?” dichiara De Carli. “L’assessore Ortolani e Arpae continuano a rassicurare sull’assenza di sostanze pericolose nel bacino, ma non pubblicano i dati. Il bacino, durante la stagione fredda, sta diventando una palude e sarà più difficoltosa la bonifica. Nessuno dice se le sostanze inquinanti sono scese in falda e perché, dopo tutti questi anni, i valori di inquinamento sono così alti. A che sono serviti i centinaia di migliaia di euro pagati dal comune a Tampieri (Faenza depurazione) per la depurazione delle acque? Lo scheletro dello stabilimento LOTRAS incendiato 3 anni e mezzo fa è ormai dissequestrato (finite le indagini senza aver trovato il colpevole, ma appurato che incendio è doloso), la proprietà (banche e associazioni immobiliari) ancora non lo bonificano, le sue ceneri e polveri restano in balia degli agenti atmosferici e ieri le acque come di ceneri sono fuoriuscite dal muretto di recinzione (alleghiamo foto) e finite negli scarichi di acque bianche (che portano al canale Vetro).
Nelle giornate di vento polveri e ceneri si alzano e finiscono nelle case e campi vicini. È in atto una procedura stragiudiziale, tra comune e proprietà ( banche e società immobiliari) per trovare un accordo sul rimborso del Comune ma non vorremmo che si voglia a tutti i costi evitare di evidenziare il vero stato di inquinamento al fine di mantenere contenuti i costi” conclude De Carli.”