“Bene, si sono svegliati: il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile e il Ministero della Difesa hanno finalmente messo mano, con il seguente decreto, allo scandalo dei relitti navali abbandonati nei porti, non demolibili per il carico di burocrazia e di costi indotti o trasferiti addirittura (navi militari) ai cantieri turchi. Ecco la parte sostanziale del decreto, con la creazione di un fondo di incentivazione che dovrebbe rendere concorrenziale il costo delle demolizioni in Italia, che è in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale”.
Questo l’incipit di un articolo pubblicato sulla Gazzetta Marittima il 9 ottobre 2021. Apre l’articolo un’immagine della Berkan B del 5 marzo 2019, giorno del suo affondamento nel Porto di Ravenna.
“Questione certamente diversa, quella della motonave turca – secondo la sezione di Ravenna di Italia Nostra – lasciata impunemente colare a picco per un anno e mezzo, senza essere stata bonificata dai carburanti, dopo errate operazioni di demolizione che ne provocarono il collasso quattro anni fa, ma che ormai è divenuta l’emblema della pericolosità ambientale dei relitti navali abbandonati e, al contempo, delle cattive e tardive risposte delle amministrazioni pubbliche rispetto alle emergenze che quasi sempre accompagnano tali vicende. Un vuoto normativo che finalmente verrà colmato dal Decreto Legge in pubblicazione, e che, speriamo, darà nuovo impulso ad una vasta operazione di bonifica delle centinaia di relitti abbandonati (pare oltre 700) lungo le coste e nei porti di tutta Italia. Grande soddisfazione, dunque, anche nell’ottica di accelerare le urgenti operazioni di rimozione delle cinque carcasse abbandonate ed in fase di disfacimento del cosiddetto “cimitero delle navi” del porto di Ravenna. Un’altra emergenza certificata dalla relazione rilasciata alla Capitaneria di Porto di Ravenna dal Nucleo Operatori Subacquei Guardia Costiera della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto a gennaio 2020, dove si legge: “considerato l’avanzato stato di usura, non si esclude un potenziale e pericoloso inquinamento causato da futuri collassi delle strutture che provocherebbero il versamento in mare del residuo carico di idrocarburi all’epoca presente nelle cisterne asservite agli organi di propulsione”. Emergenza resa drammatica dal bracconaggio di molluschi che si pratica quotidianamente a larga scala proprio nelle basse rive ove i relitti rilasciano metalli pesanti e chissà quanti altri inquinanti.
L’impegno e la mobilitazione di piazza di tanti cittadini, gruppi ed associazioni, partiti proprio da Ravenna a causa dello scandalo Berkan B, e l’interesse dei giornalisti più sensibili e coraggiosi, sembrano aver pagato, stavolta nel segno concreto di una reale transizione ecologica e di una vera economia circolare, visto che i relitti abbandonati possono anche essere riciclati.
Cogliamo l’occasione per rimarcare quanto già illustrato ad una delegazione di cittadini durante il colloquio concesso a Roma il 5 ottobre dai rappresentati del MiTE – che ringraziamo nuovamente – Vice Capo di Gabinetto De Salvo, Direttore del MAC Zaghi e Comandante del RAM Ammiraglio Caligiore, ovvero la necessità della costituzione di un’Authority nazionale che possa sviluppare un programma d’azione diretto al recupero delle centinaia di relitti; recupero che grazie a questo Decreto potrà vedere attuazione. Perché, riteniamo, l’emergenza ambientale e sanitaria è prioritaria e deve essere il movente principale di tutte le azioni di bonifica che speriamo verranno intraprese, sotto l’occhio vigile del Ministero della Transizione Ecologica, nei prossimi anni. I gabbiani ed i pesci avvolti dalla nafta della Berkan B forse non sono periti invano.
Un ringraziamento a tutte le sigle che si sono impegnate a vario titolo in questi anni, sperando di non dimenticarne qualcuna: Amici della Pineta San Vitale e Pialasse, A.N.P.A.N.A. – Associazione Nazionale Protezione Animali Natura e Ambiente, Animal Liberation, APS Amici dei Parchi di Monteveglio e dell’Emilia, AsOER – Associazione Ornitologi dell’Emilia-Romagna, Associazione Naturista Ravennate, C.L.A.M.A. Ravenna Onlus, Comitato Difesa Pialassa del Piombone e Baiona, ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, Federazione Nazionale Pro Natura, Greenpeace Italia, Gruppo d’Intervento Giuridico odv, ISDE Italia – Associazione Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, L’Arca Ravenna, Legambiente Emilia-Romagna, LIPU Emilia-Romagna, N.O.G.E.Z. OdV – Nucleo Operativo Guardie Ecozoofile, OIPA Italia OdV – Organizzazione Internazionale Protezione Animali, Organizzazione Regionale Pro Natura Emilia Romagna (O.R.P.N.E.R.), Unione Bolognese Naturalisti (U.B.N.), WWF Emilia-Romagna, e, per quanto riguarda i gruppi politici, Collettivo Autonomo Ravennate, Gruppo Misto dell’Assemblea Regionale Emilia Romagna (Gibertoni), Gruppo Misto in Senato, L’Alternativa c’è, Gruppo Movimento 5 Stelle alla Camera, Europa Verde Emilia-Romagna, Lega Ravenna, Meetup A riveder le stelle, Potere al Popolo Lugo, Potere al Popolo Ravenna, Ravenna in Comune. Tra le moltissime testate, Striscia la Notizia, Radar Magazine, Il Fatto Quotidiano, Millennium de Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, Cova Contro, tutte le testate locali, e tante altre”.