Daniela Poggiali è stata assolta al termine del processo d’appello ter appena conclusosi a Bologna per la morte di Rosa Calderoni, avvenuta in ospedale a Lugo l’8 aprile del 2014. Il procuratore generale aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo inflitta in primo grado all’ex infermiera, ma la corte ha invece accolto l’istanza della difesa, gli avvocati Lorenzo Valgimigli e Gaetano Insolera.
Così come avvenuto quindi per i due processi d’appello poi annullati dalla Cassazione, Daniela Poggiali è stata assolta perché il fatto non sussiste.
La 49enne è stata assolta anche dall’accusa di aver ucciso Massimo Montanari, deceduto il 12 marzo 2014, il giorno prima di essere dimesso dall’ospedale di Lugo. In questo caso la condanna in primo grado era stata di 30 anni, avendo i legali della Poggiali scelto il rito abbreviato. Proprio a seguito di questa condanna, Poggiali era tornata in carcere dopo aver ottenuto la scarcerazione a seguito dell’assoluzione in appello, poi annullata, per la morte di Rosa Calderoni.
L’ultima giornata del processo d’appello ter si era aperta con le dichiarazioni davanti alla corte della stessa Daniela Poggiali che aveva respinto le accuse.
Oltre alle due assoluzioni, la Corte di assise di appello ha ordinato anche l’immediata scarcerazione per l’ex infermiera.
L’imputata raggiungerà Forlì, dove è in custodia cautelare, e poi sarà di nuovo libera, come successe dopo la prima assoluzione, nel luglio 2017, dopo mille giorni di carcere.
Nell’aula erano presenti la sorella e il cognato, che appena la Corte ha letto il dispositivo si sono avvicinati. “Sono felice, non poteva che andare così”, ha detto.