Al termine di due anni difficili per tutti, con un evento di assoluto livello nazionale, l’Associazione Girodellaromagna.net torna a ribadire l’impegno, sempre costante, su quegli obiettivi che hanno caratterizzato nel tempo la propria attività.

Attraverso la rappresentazione del ciclismo eroico di un tempo ormai lontano si intende promuovere il territorio, non solo nelle sue peculiarità ma anche in quelle realtà che non sono sotto gli occhi di tutti ma che sono altrettanto espressione di valori di una grande tradizione sociale e culturale.

La ciclostorica del prossimo 3-4 settembre 2022 sarà un’edizione molto importante, “Romagna Storie di Uomini e Biciclette”, questo il nome del progetto, è inserita come 10° Tappa in un circuito nazionale denominato “Giro d’Italia d’Epoca” (GIDE) patrocinato dal Touring Club e in collaborazione con FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Biciclette).

Il Gide, costituito da 14 tappe è un circuito di eventi non competitivi riservato alle biciclette d’epoca, tali dagli albori al 1987.

Gli scopi sono quelli della valorizzazione della bicicletta, in quanto bene di interesse storico-cultuale in sé, per la tecnica costruttiva, per quello che ha rappresentato in termini di evoluzione sociale ed economica, per lo sport che ad essa si lega fin dai suoi albori.

Le donne e gli uomini sono parte attiva degli eventi; i percorsi sono il biglietto da visita di ogni Tappa, e pongono in risalto gli splendori naturalistici, quelli artistici, e le eccellenze enogastronomiche, valori che sono e sono stati punto di riferimento di tutte le attività messe in campo da Girodellaromagna.net fin dalla sua costituzione.

Sabato 3 partirà da Bizzuno una pedalata libera aperta a tutti con qualsiasi tipo di bicicletta, saranno percorse le vie che corrono verso il mare avendo come riferimento una via d’acqua come il Canale dei Mulini. Mentre domenica 4 è in programma la ciclostorica vera e propria con partenza sempre da Bizzuno con circa 150 partecipanti provenienti da diverse regioni. Cavalcano biciclette risalenti anche agli anni ’20 e’30 e indossano mise coerenti con il mezzo meccanico.

Tre sono i percorsi (corto km 48-medio km 61-lungo km 78) che conducono alle colline faentine dei borghi e dei calanchi.

Già nelle ultime edizioni della ciclostorica erano stati scelti percorsi in linea con gli obiettivi di quanto descritto in precedenza. Quest’anno, con l’inserimento nel Giro d’Italia d’Italia d’Epoca, si presenta una nuova opportunità da sfruttare come rilancio in un’epoca in cui il mondo del turismo slow legato alla bicicletta sta crescendo in modo esponenziale in tutta Europa e anche oltre perché considerato come mezzo per un uso sostenibile in rapporto ai problemi ambientali e soprattutto duttile su tutti i terreni. Una nicchia di pedalatori, romantici eroi che si cimentano nella rappresentazione di un ciclismo scritto nella storia.

Come sempre sarà cura dell’Associazione guidarli, pedalando in tranquillità, in visita alle eccellenze storiche e culturali presenti sul territorio, accompagnarli sulle strade polverose che attraversano le nostre amate campagne, tra frutteti, prati e vigne, il nostro grande giardino. Un’altra delle priorità che sarà messa in campo, elemento non trascurabile dell’identità di questo territorio, garanzia dei grandi successi delle passate edizioni, sarà l’offerta gastronomica caratterizzata rigorosamente dalle tradizioni scolpite nella storia della nostra tavola.

Per le soste ai vari ristori si è andati alla ricerca di location mirate come ristoranti, strutture turistiche, parchi e luoghi della tradizione.

A tutto questo va aggiunto, e non è certo un dettaglio, la cura meticolosa dell’ospitalità.

L’Associazione ha messo in campo un lavoro capillare tanto da ottenere consensi entusiastici fra i partecipanti delle passate edizioni con i quali si sono costruite proficue relazioni che hanno assicurato nel tempo un costante contributo di partecipazione.

Per fare tutto questo, lungo i vari itinerari interessati è stato fondamentale il coinvolgimento di soggetti di altre comunità in rappresentanza dell’associazionismo locale. Inutile dire che lo spirito che anima l’associazione Girodellaromagna.net è quello dell’aggregazione fra soggetti di buona volontà che hanno a cuore la propria terra. In questo contesto, fondamentale è il sostegno del mondo istituzionale e imprenditoriale.

La mostra che è stata allestita alla Biblioteca Trisi di Lugo, nella nuova sala espositiva (27 agosto – 14 settembre) che sarà inaugurata sabato 27 agosto alle ore 10,30, vuole essere l’espressione prettamente culturale dello spirito che viene rappresentato nella manifestazione del 3 e 4 settembre.

La mostra è stata volutamente allestita in “bianco e nero”, raccoglie documentazioni, cimeli e foto della prima metà del secolo scorso, quando la bicicletta si presentava in due versioni, quella come mezzo di trasporto e l’altra come mezzo per soddisfare la passione agonistica, una opportunità che ha permesso a giovani talentuosi di raggiungere la notorietà ed affermarsi a livello sociale ed economico. In un ristretto come la Romagna, composto da due Province, sono saliti alla ribalta un numero impressionante di campioni che hanno dato lustro a livello internazionale a questa terra. Per citarne alcuni: Ercole Baldini, Arnaldo Pambianco, Mario Vicini, Vito Ortelli, Giuseppe Minardi, Aldo Ronconi, Michele Gordini, Diego Ronchini, Glauco Servadei, Walter Gorini e anche se parte di una epoca recente, forse il più grande di tutti Marco Pantani.

Nel materiale esposto non c’è solo la competizione, ma sono presenti le varie tipologie di utilizzo della bicicletta: il lavoro, il divertimento, il trasporto. In questo va sottolineato il prezioso materiale della collezione dello storico fotografo Paolo Guerra, messo a disposizione dal suo custode e curatore della mostra Giacomo Casadio.

Gli organizzatori sono orgogliosi di essere riusciti a mettere a fianco di una manifestazione di ciclismo, un evento di significativo spessore culturale. Dalla celebrazione di grandi campioni presenti nella mostra, si passa una volta tanto a esprimere pubblicamente riconoscenza ad una di quelle figure che abitualmente lavorano dietro le quinte del grande ciclismo.

Parliamo di Dino Falconi, personaggio schivo, di grande umiltà e apprezzato meccanico in campo internazionale del ciclismo professionistico. Dino, oggi ottantacinquenne, che ancora svolge la sua attività nella storica bottega artigiana a Barbiano di Cotignola, per circa 30 anni ha fatto parte di quell’esercito di anonimi che ancora oggi lavorano dietro le luci della ribalta, ma indispensabili in un contesto di alta professionalità a sostegno non solo dei grandi campioni ma di tutti gli attori di quel grande circo che è il ciclismo.

Il 3 di settembre, in collaborazione con la C.N.A. di Ravenna, nel salone estense della Rocca di Lugo, gli sarà consegnato un giusto riconoscimento.