È stato sottoscritto oggi, all’interno del Patto per il lavoro, un importante verbale tra CGIL CISL E UIL confederali e di categoria, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini, che segna un passo avanti riguardo agli strumenti da usare per rispondere e dare un segnale concreto, anche sotto il profilo economico, all’impegno del personale del Sistema Sanitario Regionale nella gestione dell’emergenza Covid-19.
Un impegno importante, quello della Regione, che ha rappresentato, anche nel metodo e nella qualità del confronto con il nuovo assessore Raffaele Donini, un passo avanti importante.
Sono tre le misure fondamentali rivolte agli oltre 46 mila dipendenti, al fine di compensare le condizioni di particolare disagio e l’intensità dell’impegno professionale profuso: uno stanziamento di 20 milioni di euro (da bilancio regionale) per il riconoscimento delle attività di tutto il personale del comparto del SSR; uno stanziamento di 11.334.020 milioni di euro (derivanti dalle risorse messe a disposizione dal Decreto Cura Italia) per la gestione del disagio professionale; infine la valorizzazione e l’estensione dei tempi di vestizione, che oggi rappresentano un elemento fondamentale di prevenzione del contagio e di conseguenza di garanzia della salute per tutti.
“Si tratta complessivamente di un pacchetto da 31 milioni di euro, un altro passo per la valorizzazione del senso di responsabilità e della particolare dedizione al lavoro degli operatori che rappresentano un imprescindibile punto di forza del SSR per fronteggiare questa emergenza, come hanno potuto verificare tutti i cittadini della nostra Regione”, dichiarano le organizzazioni sindacali.
“Adesso confidiamo che nella conversione in legge del Decreto Cura Italia e negli interventi normativi conseguenti al patto per la salute si investano ulteriori risorse per il nostro Servizio Sanitario e per il personale che quotidianamente risponde alle esigenze delle collettività locali. L’esperienza attuale dovrebbe infatti consigliare che risorse pubbliche per la cura e l’assistenza della popolazione sono risorse bene investite per garantire il diritto alla salute sancito dalla costituzione, concludono le organizzazioni sindacali.