«In un quadro di crescente preoccupazione per l’emergenza Covid-19, mentre le misure per il contenimento del Coronavirus estendono all’intero territorio nazionale precauzioni e restrizioni dapprima circoscritte e limitate alle zone ad alto rischio di contagio, intendiamo rassicurare le tante lavoratrici e i lavoratori della cooperazione sociale che in questa fase delicata sono sottoposti all’ansia di un lavoro intermittente o addirittura sospeso per effetto dei diversi decreti che si sono e si stanno succedendo da alcuni giorni». Questo quanto dichiarano Saverio Monno della Fp Cgil di Ravenna, Laura Chiarini della Fisascat Cisl Romagna e Patrizia Alvisi e Luca Poggiali della Uil Fpl.
«Nonostante la riduzione o la sospensione dell’attività lavorativa – spiegano i sindacati – nessuno dovrà utilizzare ferie, permessi o banca ore per giustificare l’assenza dal servizio e stiamo lavorando, giorno dopo giorno, affinché sia garantita la corretta retribuzione a tutto il personale coinvolto».
«Stiamo intensificando ad ogni livello il confronto con le istituzioni, con le associazioni datoriali e con le cooperative del territorio per garantire il finanziamento e l’accesso agli ammortizzatori sociali» proseguono i sindacati. «Nel corso della settimana passata, abbiamo sottoscritto accordi per l’accesso alle prestazioni del Fondo di Integrazione Salariale (Fis) con le cooperative sociali il Cerchio, il Mulino, Progetto Crescita e Zerocento, e condiviso un percorso di monitoraggio con Legacoop Romagna e Confcooperative/Federsolidarietà per seguire, passo dopo passo, la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado nella nostra provincia».
«Il confronto è proseguito anche nel fine settimana e ha condotto alla stipula di ulteriori accordi con le coop Cadi, Progetto A, San Vitale e Solidarietà e Servizi. Altri sono in corso di definizione ed altri ancora arriveranno nel corso dei prossimi giorni».
Al momento è stata richiesta la copertura del Fis per circa 850 lavoratrici e lavoratori dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole della provincia: 15 sono dipendenti di Cadi (9 OSS e 6 Educatori) tutti impiegati nei servizi del Comune di Faenza; 248 i dipendenti de il Cerchio (in gran parte educatori, ma anche ausiliari scolastici, trasporto scolastico, atelieristi e OSS) dei quali 147 sono di stanza a Ravenna e 101 nel lughese; 11 dipendenti della coop il Mulino (5 dei servizi pre e post scuola di Cotignola e Barbiano, 5 dei servizi di trasporto scolastico di Lugo, Faenza e Bagnacavallo, 1 per la consegna pasti a Massa Lombarda); 48 dipendenti della coop Progetto A (1 educatore, 1 accompagnatore e 46 educatori); 158 dipendenti per Progetto Crescita (136 educatori nell’appoggio scolastico dei plessi di Ravenna, Cervia e Russi, 15 tra docenti ed educatori della Scuola paritaria “Maria Ausiliatrice” di Lugo, 6 tra docenti ed educatori dell’asilo Azzaroli di Sant’Agata sul Santerno e un educatore de “il canguro” di Ravenna); 41 dipendenti per San Vitale (personale operante su Cervia, di servizio nella refezione scolastica, pre e post scuola e nel nido comunale Cerviamare); 33 dipendenti per Solidarietà e Servizi (anche qui in prevalenza educatori operanti su Cervia); e 323 dipendenti per Zerocento (151 nei servizi del faentino, 132 nel lughese, 32 nel ravennate e 7 nella zona di Modigliana).
Sono in atto poi confronti tra sindacati e parti datoriali a sostegno del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori dei centri diurni per gli anziani e per i disabili, pure questi con servizi sospesi a causa dell’emergenza in corso. Anche a questi dipendenti dovrà essere garantito l’accesso al Fis.
«Nel quadro attuale – precisano i sindacati – il Fondo d’integrazione salariale copre l’80% del salario. Le somme saranno anticipate dalle cooperative alla scadenza della normale retribuzione e c’è l’affidamento reciproco con le parti datoriali per integrare le somme anticipate nel caso in cui si riescano a individuare le necessarie risorse aggiuntive. La situazione, tuttavia, è in continua evoluzione e non possiamo che garantire che ci batteremo perché nessuno resti indietro. Nel frattempo possiamo registrare un dato positivo: l’unità di intenti di istituzioni, organizzazioni sindacali e forze imprenditoriali per un dibattito che non si sta limitando ai soli aspetti economici – concludono i sindacati – né circoscritto a quei lavoratori che sono costretti a casa per effetto della sospensione dei servizi a cui sono destinati. Ci sono operatori che non riceveranno alcun disagio economico dal momento disgraziato che stiamo vivendo, perché hanno la possibilità di proseguire il proprio lavoro, ma con scuole e servizi serrati si trovano alle prese con figli minori che non possono restare soli in casa. Nelle more dell’approvazione di provvedimenti mirati abbiamo sollecitato l’utilizzo da parte di tutte le cooperative della provincia della più ampia flessibilità dell’orario di servizio e di elasticità nella gestione e nei cambi dei turni di lavoro, comprensione, insomma, e disponibilità per tutte e tutti quanti si trovino in un momento di difficoltà a causa dell’emergenza».