Domenica 16 giugno si tiene l’escursione guidata “speciale” – cioè di un’intera giornata – del calendario di Castel Raniero, stavolta in collaborazione con il Parco Regionale Vena del Gesso romagnola. Si tratta della traversata a piedi da Brisighella fino all’Olmatello (appena sopra Castel Raniero) passando per il Carnè e per i calanchi del sentiero Cai 505. E’ un percorso mozzafiato e bellissimo che coincide con l’ultima parte della Via del Gesso, concepita, proposta e segnata dal Parco stesso.
Vediamo i dettagli.
Si raggiunge Brisighella con il treno delle 8.10 da Faenza (ritrovo alle 8.00, o anche qualche minuto prima, in stazione). Si attraversa il centro storico, con soste al “Fante che dorme” (non solo per il bel monumento, ma per un utile confronto fra il gesso dell’aiuola e il granito del basamento) e alla Via degli Asini, esempio unico di strada medievale sopraelevata, coperta e incorporata nel caseggiato originale. Si sale poi alla Torre dell’Orologio che invece medievale non è in quanto risalente a metà Ottocento: l’ignoto architetto che la progettò fu comunque bravissimo e realizzò un “falso di alto rango” con muri a scarpa, mattoni di aspetto antico, merli e soprattutto con una base a terrazza estremamente panoramica, affacciata sui calanchi, sulla “val d’Amone” e sui gessi che proprio qui hanno il loro inizio.
Compiuto il periplo della “Valle” che ci separa dalla Rocca (questa sì autenticamente medieval-rinascimentale), si percorrono gli unici 50 metri di asfalto sulla provinciale del Monticino e si sale al parcheggio di quest’ultimo. Da qui si entra nel magnifico Parco-Museo Geologico all’Aperto ricavato dall’ex cava Monticino: si vede una raccolta completa delle rocce dell’Appennino romagnolo, il fronte di cava con gli strati di gesso e quelli delle soprastanti argille, una grotta naturale intercettata dalla cava stessa e infine sette spettacolari ricostruzioni (in resina, scala 1: 1 e scientificamente fedelissime) di altrettanti animali di cui furono trovati, negli anni ’80, numerosi resti fossili. Si tratta di antenati degli attuali elefanti, rinoceronti, zebre, scimmie, formichieri, coccodrilli e iene.
Raggiunta la pittoresca costa di Baiavolpe si sale per sentiero alla Casa Marana e da qui, per cresta fra viti e ulivi, fino al Borgo. Dalle successive Case Masiere si prende la stradina per il Carnè e si entra finalmente nell’ex parco omonimo, confluito nel ben più vasto (oltre 6mila ettari) Parco regionale Vena del Gesso ma costituente ancora un’unità ambientale ben definita oltre che magnifica, fra doline, prati, rocce e boschi di roverella.
Dopo il meritato pranzo (al sacco o, per chi vuole, al rifugio) si scende al Varnello dove si imbocca il sentiero Cai 505 che attraversa tutta la fascia dei calanchi passando per Torre del Marino, Montecchio, Ca’ Traversara. Due tratti su aereo crinale sono in effetti un po’ esposti e vertiginosi ma non pericolosi; le successive mete sono La Berta e Olmatello, dove termina l’escursione (con un’auto navetta si tornerà in stazione a Faenza).
La durata dell’escursione è 6-7 ore (i km sono quasi 20), accorciabili solo fermandosi al Carnè e tornando autonomamente a Brisighella. Guide Sandro Bassi e Marco Sami (guide ambientali-escursionistiche Regione E/R)
Quota di partecipazione 10 euro. Si richiede puntualità alla partenza, un paio di scarponcini e ovviamente un po’di allenamento. Chi voglia pranzare al Rifugio Carnè può prenotare allo 0546. 81468 specificando “tavolo Sandro”.
Ritrovo ore 8.00 in Stazione a Faenza. Per l’escursione non è necessario prenotare; eventuali altre informazioni al 333. 7665200