Una breve lettura dantesca affidata non a un dantista, ma a un professionista di un altro settore; una conversazione che ha per cornice un caffè del centro storico e per protagonista un Dante della memoria, dell’esperienza e del vissuto. Perché, in fondo, ognuno di noi ha un Dante da raccontare: anche il glottologo dell’Università di Milano-Bicocca Emanuele Banfi, pronto a condividere con il pubblico momenti salienti, formativi, ma anche divertenti del proprio percorso umano e professionale…e pronto a tracciare un inedito – perché personalissimo – ritratto di Dante. Venerdì 6 settembre, alle 17 al Caffè Letterario (via Diaz 26), l’incontro dal titolo Il mio Dante da L’inferno di Topolino alle traduzioni in cinese e giapponese della Commedia è il terzo appuntamento di Dante Hors d’Oeuvre, l’anteprima del festival Dante2021.

Dante è sempre stato, da quando Banfi aveva poco più di sei anni, un fido compagno: dalle pagine del fumetto più famoso e dalle avventure di Topolino nell’Inferno dantesco fino al confronto con la sfida delle traduzioni della Commedia in lingue che appartengono a una sfera culturale lontanissima dalla nostra e che forse sono, in particolare nel caso del cinese, le lingue del futuro. Banfi si è occupato di storia linguistica dei Balcani e quindi di lingue orientali (arabo, cinese, giapponese, coreano), trascorrendo periodi di studio in Cina e in Giappone. Una nuova voce che si aggiunge alle tante testimonianze, raccolte negli anni dal festival Dante2021 in particolare proprio con Dante Hors d’Oeuvre, di una curiosità diffusa e di un’ampia sensibilità per Dante e la sua opera.

Il quarto e ultimo appuntamento di D.H.O.
 è di nuovo al Caffè Letterario, sabato 7 settembre alle 17, con lo storico dell’arte Carlo Francini, per una conversazione dal titolo Un metro e novanta per il Dante minuscolo hoepliano (cm 7,5 x 12).