Dall’Emilia Romagna l’azienda Ecogest spa, leader in Italia e nel mondo nel campo della manutenzione del verde autostradale, tende la mano ai profughi ucraini. Su impulso della famiglia Molinari, alla guida dell’azienda e della holding Greenway Group, è stata inviata stamani una missiva all’ambasciatore in Italia della Repubblica Ucraina, S.E. Yaroslav Melnyk, ed al capo della Protezione Civile italiana, Fabrizio Curcio, per comunicare ufficialmente la disponibilità a dare accoglienza e lavoro a 20 nuclei familiari tra coloro che sono in fuga dall’Ucraina a causa della guerra.
A fronte del complesso scenario internazionale e della crisi umanitaria che ne consegue, Ecogest vuole fare la propria parte. L’intento della famiglia Molinari, del board e dell’intero staff dirigenziale, è quello di assumere fino a 20 capifamiglia ucraini in fuga, in linea con le condizioni contrattuali italiane, affinché possano mantenere i propri cari al seguito. Un piccolo ma significativo gesto, una goccia di speranza nel mare di sofferenza che l’Europa e l’Ucraina stanno vivendo.
“L’attuale scenario internazionale, e la crisi umanitaria che ne consegue, non può lasciare indifferente l’Italia ed il suo sistema produttivo – scrive tra l’altro Valerio Molinari nella lettera inviata all’ambasciatore – L’Ucraina non è una nazione qualsiasi, ma una presenza costante nella vita quotidiana di migliaia di italiani che proprio ai fratelli ucraini hanno affidato non solo importanti ruoli operativi, ma spesso anche quella di affetti familiari.
Alla politica ed alle istituzioni lasciamo il compito di affrontare le questioni di geopolitica internazionale, e individuare le possibili soluzioni. A noi, che siamo il cuore economico pulsante del Paese, assieme alle migliaia di piccole e medie aziende italiane, riserviamo il compito di far battere questo cuore pulsante. Un cuore che parla di solidarietà, impegno, capacità di accoglienza”.
In Ecogest, grazie ad un processo di industrializzazione moderna e innovativa di un lavoro tradizionalmente “povero” come il taglio dell’erba, lavorano a regime circa 200 famiglie di diverse origini ed etnie, all’insegna di una multirazzialità e multiculturalità non solo predicata, ma anche praticata.
“In questo contesto apriamo le porte della “nostra casa” idealmente a tutto il popolo ucraino, nella consapevolezza di compiere un piccolo gesto rispetto alla portata della crisi umanitaria che sta per abbattersi sul nostro Paese e sull’Europa intera, ma nella speranza che questa scelta possa essere germoglio per la fioritura di una rete solidale, alla costruzione della quale l’Italia non si è mai sottratta”, conclude Molinari nella missiva all’ambasciatore restando a disposizione anche delle autorità italiane.