Al fine di fornire un aggiornamento rispetto all’evoluzione del quadro epidemiologico dell’infezione da covid 19 nel territorio romagnolo, su un arco temporale più significativo rispetto alla situazione di una singola giornata, si riportano, in allegato, alcuni dati relativi alla settimana dal 2 all’8 novembre (precisando che si tratta dei casi di residenti diagnosticati sul territorio romagnolo).
Nella settimana di riferimento si sono verificate 2.851 positività su un totale di 29.431 tamponi, con una incidenza dunque del 9,7 per cento che, pur aumentando rispetto alla settimana precedente, resta ancora più bassa rispetto all’incidenza nazionale.
Su questo dato si registra, nell’ultima settimana, un aumento in tutti i territori, con Rimini e Ravenna ancora con dati superiori rispetto a Forlì e Cesena. Differenze significative anche rispetto all’indicatore delle positività su popolazione residente così come sulle percentuali di asintomatici. E’ anche bene evidenziare che tra le nuove positività nella settimana di riferimento un numero significativo è stato riscontrato in ospiti di Case residenze anziani (soprattutto nel Ravennate), in situazioni cioè confinate, e con pazienti che già si trovavano di fatto isolati al momento della diagnosi.
Per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto, nella settimana di riferimento si è verificato un aumento, in questo caso omogeneo tra i vari territori, di malati nei reparti di degenza e anche dei ricoverati nelle terapie intensive, sia in valore assoluto sia in termini percentuali rispetto al totale dei ricoverati (più 1 per cento).
“Come spiegato ieri, sebbene l’incremento di pazienti sul territorio romagnolo sia più contenuto rispetto alla media nazionale, e sebbene la percentuale di asintomatici sia del 44 per cento (1 punto percentuale in più rispetto alla settimana precedente), l’incremento del numero di pazienti ci ha portati ad attivare le misure previste nel terzo livello del nostro Piano dinamico Covid – ribadisce il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Mattia Altini -. Dobbiamo essere chiari: non siamo nelle condizioni di non poter ricoverare pazienti: negli ospedali romagnoli il numero complessivo di posti letto è ovviamente superiore ai 529 dedicati al covid riportati nel piano per il livello rosso, ma andare oltre significherebbe limitare di conseguenza il resto dell’attività sanitaria extra – covid, ovviamente per le prestazioni non urgenti, ma sempre con un potenziale rischio per la salute generale della popolazione e con le conseguenze sociali che questo può rappresentare. Questa è una sfida che noi stiamo affrontando, ma che potremo vincere solo se tutti i membri delle nostre comunità ci aiuteranno, mantenendo sempre comportamenti corretti e mettendo in atto le ormai note linee guida. In questo momento è più che mai importante”.