L’ambiente portuale e marittimo è caratterizzato da elevata complessità tecnica ed organizzativa. Per affrontare tale complessità dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, non servono solo i controlli (più numerosi negli ultimi anni a Ravenna grazie all’acquisizione di nuovi tecnici Ausl) ma anche un aumento delle conoscenze e un’adeguata formazione di chi li deve effettuare, mettendo in rete gli operatori a livello nazionale.
In quest’ottica, nelle giornate del 29 e 30 maggio scorso, si è svolto a Ravenna un Corso di “formazione sul campo”, organizzato dall’Azienda USL della Romagna (Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro), rivolta a professionisti delle varie Ausl d’Italia nelle cui regioni è presente un porto. L’iniziativa, che fa parte di un progetto formativo nazionale nato in seno al “Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro”, precisamente nel gruppo di lavoro denominato “Porti e navi”, è stata preceduta da un workshop in aula svoltosi presso la sede dell’INAIL di Roma, dove sono state illustrate, fra l’altro, le modalità di lavoro relative alle operazioni d’imbarco e sbarco di merci sfuse, in particolare cereali.
A Ravenna, invece, si è svolta la fase di formazione sul campo il cui titolo “Gestione delle operazioni d’imbarco e sbarco delle merci alla rinfusa nel porto di Ravenna” riconosce l’impegno e i risultati profusi sia da parte dell’Unità operativa “Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro” dell’Ausl, sia da parte dei terminalisti che dei lavoratori portuali. A Ravenna, infatti, sono state sviluppate una serie di iniziative virtuose atte a migliorare le condizioni di salute e sicurezza degli operatori che a vario titolo operano all’interno di aree portuali; in particolare, uno degli elementi più qualificanti, riguarda sicuramente la redazione, per ogni singola nave che effettua operazioni di imbarco o sbarco di merci, del così detto Piano Specifico per la Sicurezza(PSS). In pratica uno specifico documento di valutazione dei rischi redatto ad hoc per ogni nave che deve prevedere tutte le misure si prevenzione e protezione da porre in atto nelle fasi d’imbarco e sbarco merci, ivi comprese le soluzioni connesse alla viabilità di banchina e all’interfaccia nave/banchina. Tutte le aziende alle quali è stata richiesta la collaborazione a potere effettuare delle visite sul campo, si sono dimostrate particolarmente disponibili e interessate.
Nell’incontro tenutosi nel pomeriggio di mercoledi 29 presso la sala conferenze del Centro Direzionale Portuale di SAPIR Spa, dopo i saluti e la presentazione dell’Ausl, sono intervenuti rappresentanti dell’Autorità di Sistema Portuale con un intervento su “Peculiarità e caratteristiche del porto di Ravenna”, di Yara Italia Spa con “L’accesso controllato in banchina, il piano di viabilità e i controlli interni”, Marcegaglia Carbon Steel Spa con “Organizzazione dell’interfaccia tra piazzale e banchina”, Cooperativa Portuale Soc. Coop. con “L’organizzazione del lavoro e la condivisione del Piano Specifico di Sicurezza con i terminalisti”, Gruppo Setramar con “I piani di viabilità e PSS”, SAPIR Spa con “Evoluzione e futuro del PSS” ed infine sono intervenuti i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza di sito portuale illustrando i principali risultati del “Protocollo d’intesa per la sicurezza del porto di Ravenna”, siglato a Ravenna da fine 2007, prima della promulgazione del DLgs 81/08.
Nella giornata successiva sono stati visitati i terminal Sapir Spa, il terminal Setramar Spa e il terminal Marcegaglia Carbon steel Spa per assistere alle operazioni portuali relative a sbarchi di navi e trasferire ai discenti i principali elementi di prevenzione e vigilanza in quelle determinate operazioni lavorative. Dopo l’estate si terrà una nuova edizione del Corso di formazione e sarà chiesto ad altre imprese portuali di collaborare alla sua realizzazione.
Ad ulteriore riprova dell’importanza di tale comparto, nel corso del 2017 gli operatori dell’Ausl hanno effettuato, presso l’area portuale ravennate, 86 interventi di controllo, con un incremento del 70 per cento rispetto all’anno precedente, e 104 interventi nel 2018.