Sebbene ci si possa aspettare che le misure sociali messe in atto, anche sul territorio di Ravenna, per il contenimento del coronavirus inizino a dare i loro effetti, soprattutto se saremo molto rigidi nella loro applicazione, nell’attuale fase la diffusione della patologia continua a crescere, facendo aumentare anche il numero di pazienti ricoverati e di quelli in terapia intensiva.
Attualmente, all’Ospedale di Ravenna, sono ricoverate circa 70 persone con diagnosi accertata di coronavirus, delle quali 10 in terapia intensiva. La dotazione di 20 posti letto nel reparto di Malattie Infettive del “Santa Maria delle Croci” è stata “ampliata” attraverso l’utilizzo, ovviamente applicando tutte le misure necessarie per quanto riguarda l’isolamento, per la sicurezza di pazienti ed operatori, degli spazi delle pneumologia, e l’attivazione di spazi di “degenza Covid” realizzati al quarto e quinto piano dei reparti chirurgici. Questo è stato possibile grazie alla limitazione dell’attività ospedaliera non urgente e alla riconversione oltre che degli spazi, anche delle relative risorse di personale, potenziate e implementate dai professionisti delle altre discipline, che hanno risposto affermativamente alla richiesta di collaborazione.
Per quanto riguarda la terapia intensiva, una prima misura consiste nel trasferimento dei pazienti non affetti da Covid 19 presso la rianimazione di Faenza. Nel caso in cui le necessità di alta intensità di cura per pazienti positivi obblighi all’utilizzo di tale reparto, quale disposizione ulteriore, saranno messi in campo anche posti letto delle sale operatorie dei vari presidi ospedalieri.
Contestualmente sono state avviate le procedure, già illustrate qualche giorno fa, per la predisposizione di un “Covid Hospital” a Lugo, dove sono attivabili in tempi rapidissimi molti posti letto.
In questo modo si potrà arrivare a circa 400 posti letto di ricovero dedicati alla covid 19, e ad ulteriori 38 di terapia intensiva, come da parametri previsti nelle linee guida.
Va ricordato che la maggior parte dei pazienti, oltre 140, è a domicilio (poiché si tratta di pazienti con sintomi assenti o molto lievi) e che resta di particolare importanza il rispetto dell’isolamento domiciliare, oltre che per loro, per tutte le persone in quarantena, che in provincia sono 215