“E così le velleità di proporre Ravenna come punto avanzato della transizione ecologica, più volte affermate – anche se poi molto spesso contraddette– dal Sindaco De Pascale e dalla sua maggioranza, sono ancora una volta andate a scontrarsi con una realpolitik che evidentemente dà un peso ben maggiore agli interessi di ENI e dell’intero mondo del modello estrattivista rispetto alle urgenze e alle inderogabili necessità dell’ambiente, della salute, della crisi climatica e del futuro di intere generazioni.
Si invoca ancora una volta il mito del mix energetico, concetto che avrebbe un senso se, con il gas che fa da padrone nel panorama generale, volesse dire cominciare ad equilibrarne la prepotenza, premendo l’acceleratore sulla realizzazione delle rinnovabili, della produzione diffusa, delle comunità energetiche e del meticoloso piano di risparmio ed efficientamento che sarebbe necessario. Invece, a fronte del dominio persistente delle fonti fossili, si decide di parlare di mix proprio auspicandone un forsennato incremento (si parla di un 20% di aumento delle estrazioni). Come dire ad un alcoolizzato che si vuole portare alla sobrietà: “Visto che sei in una fase di transizione, per ora incrementa la quantità di alcool che assumi normalmente, meglio se prodotto vicino casa anziché importato”.
Tutto questo succede mentre la catastrofe bellica ci dimostra come la dipendenza dal gas sia una delle principali cause della tensione internazionale. E non vale il discorso che sostiene l’incremento dell’estrazione di metano nazionale per supplire alla riduzione del gas importato: è noto a chiunque, da tempo, che se volessimo sostituire completamente il gas importato, la capacità del nostro intero giacimento nazionale basterebbe a mala pena a coprire il fabbisogno di un anno. Fra l’altro il Sindaco stesso, anche di recente ha parallelamente auspicato un aumento delle importazioni, e come si sa il nostro territorio sta per essere fortemente impattato da un’altra colossale, pericolosa e costosissima opera di trasporto del gas (il tratto Sestino-Minerbio della cosiddetta Linea Adriatica). E non vale il discorso sui prezzi, è ben chiaro che anche il gas nazionale verrà venduto ai prezzi di mercato, decisi dalle dinamiche finanziarie, non già dalla “prossimità” delle estrazioni.
Per non parlare del fatto che le perdite di metano libero in atmosfera (fenomeno che si verifica durante l’estrazione, il deposito, il trasporto, durante il rifornimento, durante l’utilizzo, e che nessun impianto al mondo è mai riuscito ad azzerare) ha un impatto inquinante sulla qualità dell’aria e sul clima svariate decine di volte superiore a quello della stessa anidride carbonica. Con buona pace delle vie respiratorie di chi inala l’ aria di Ravenna, già nota per la sua qualità non certo delle migliori, e dei progetti di riduzione delle emissioni.
Così come non vale il discorso sui posti di lavoro, dal momento che serissimi studi scientifici, in tutto il mondo, disegnano prospettive occupazionali molto più favorevoli se si procede alla riconversione verso le rinnovabili. Né vale il discorso che per la realizzazione del modello alternativo ci voglia troppo tempo, perché progettare, attrezzarsi e rendere operativo l’ aumento delle estrazioni richiederà comunque tempi assai lunghi, laddove perfino autorevoli esponenti della dirigenza ENEL stanno sostenendo che in pochi anni potremmo ridurre a un ruolo sostanzialmente marginale la necessità del gas, se il piano per le rinnovabili venisse portato avanti con convinzione.
Invece, per il momento, pressoché nulla si sta muovendo sul fronte della riconversione ecologica del territorio e dei provvedimenti che bisognerebbe assumere con urgenza e convinzione.
Una delle cose che maggiormente ci amareggia è che all’interno del Consiglio Comunale, solo il Consigliere Schiano del Movimento Cinquestelle (che ringraziamo sentitamente) ha ritenuto di distinguersi dall’unanimismo filofossile. Mentre i rappresentanti di Ravenna Coraggiosa, compagine che esprime un assessorato importante come quello della Transizione Ecologica, e che si è guadagnata una parte significativa dei suoi voti proprio insistendo sui temi ambientali, si sono accodati alla parata, limitandosi ad auspicare un (non meglio identificato) futuro con meno gas. Non possiamo che auspicare che all’interno dell’elettorato di quest’area, che comprende numerose persone convintamente ambientaliste, alcune delle quali partecipano alla nostra elaborazione e ai nostri momenti di mobilitazione, si facciano sentire con energia voci di dissenso e richiesta di un deciso cambio di linea e di scelte.
Il Coordinamento ravennate “Per il Clima-Fuori dal Fossile” raccoglie persone di varia ispirazione e con diverse collocazioni politico-elettorali, e proprio per questo intende non dare tregua al mondo economico, politico ed istituzionale senza fare sconti a nessuno. In altri contesti, come quello di Civitavecchia, dove il movimento per la riconversione ecologica del territorio èriuscito a creare un fronte ampio che va dai comitati, alle associazioni ambientaliste, a una gran parte del mondo sindacale, al Consiglio Comunale e alla Regione, è stata bloccata la costruzione di una megacentrale a turbogas e si procederà verosimilmente nell’attuazione di un progetto basato sulle rinnovabili. Segno che le cose possono cambiare se vi sono mobilitazione e volontà politica.
Sulla prima, noi non ci stancheremo di esserci. Sulla seconda, a Ravenna, mala tempora currunt.”
Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”