“Un’altra brutta pagina  è stata scritta dal Consiglio Comunale di Ravenna nella seduta di martedi 28 giugno., con il voto dell’ OdG  relativo alle estrazione di gas nel nostro mare.  La beffa che si è consumata a danno dell’ambiente e della cittadinanza consiste nel fatto che, dopo un preambolo del tutto condivisibile, in cui si dichiara che “il riscaldamento del pianeta e i cambiamenti climatici già in atto in tutto il mondo e particolarmente in Italia, come evidenziato nei Rapporti della IPCC, impongono la puntuale attuazione degli accordi di Parigi per contenere il riscaldamento climatico entro +1,5/2° e dell’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di CO2 al 2030 fissato dalla Unione Europea.”, e si sottolinea che “la transizione ecologica richiede una drastica riduzione dei consumi energetici a parità di PIL, uno spostamento della produzione e del consumo verso l’elettrico con particolare riferimento al trasporto e al settore edilizio e un progressivo passaggio dall’impiego di fonti fossili alle energie rinnovabili” il Consiglio Comunale, con il solo voto contrario del consigliere del Movimento 5Stelle, ha deliberato che  si deve non solo proseguire con l’estrazione di metano in Adriatico, ma potenziarla e prolungarla nel tempo.

Incredibilmente, nell’OdG si afferma che si deve “aumentare la quota (per ora nella nostra regione sotto il 10%) prodotta da energie rinnovabili, in particolare solare termico, fotovoltaico, eolico, idrogeno verde, biogas, fonti che hanno tecnologie in rapida evoluzione e a costi sempre piu’ competitivi,  e si esprime “apprezzamento per il Progetto Agnes volto alla installazione di eolico off shore e di fotovoltaico galleggiante al largo della costa ravennate (oltre le 12 miglia) per 700 MW di potenza e alla produzione di idrogeno verde  per poi concludere che “il metano fra i combustibili fossili risulta essere il meno impattante dal punto di vista ambientale, è senz’altro la fonte energetica fossile da preferirsi durante la fase di transizione energetica” e quindi invita ad estrarne il più possibile, anche in deroga allo stesso PITESAI, il Piano governativo che dal punto di vista scientifico è già largamente insufficiente nella tutela del territorio, perché individua troppe aree in cui sarà consentito perforare ed estrarre.

A parte il fatto che il metano, com’è ampiamente dimostrato ormai da centinaia di studi scientifici, non è affatto meno impattante, perché se è vero che la sua combustione è meno inquinante di quella del carbone  e del gasolio, è altrettanto vero che le inevitabili perdite di metano libero in atmosfera hanno un effetto climalterante decine di volte superiori a quello della stessa CO2, è un ben strano concetto di transizione quello che, anziché cercare di accelerare l’abbandono del principale elemento lesivo per l’ambiente e per il clima, ne propone il potenziamento e l’ampliamento dell’area di estrazione.

In un certo senso non c’è nulla di nuovo. Già in altre occasioni il Comune si è schierato in maniera sostanzialmente acritica rispetto ai progetti estrattivisti, ed anzi, con il recente formarsi del “partito dei rigassificatori” che vede Regione Emilia Romagna e Sindaco di Ravenna in prima linea, si è consolidata una scelta che vuole fare del nostro territorio la “patria del gas” per ancora molti decenni (in barba agli obiettivi di contenimento del riscaldamento globale). Si sta proponendo in buona sostanza di curare un tossicodipendente cambiando lo spacciatore (sono parole di un noto scienziato del clima) e proponendogli di potenziare l’assunzione della droga di cui fa uso, purché sia a chilometro zero.

La cosa che maggiormente ci amareggia è che anche questa volta fra i voti a favore si deve registrare quello del gruppo di Ravenna Coraggiosa, un’area politica che sulle tematiche ambientali ha raccolto il proprio elettorato, con un programma che nelle intenzioni proponeva di prendere con decisione la strada della fuoriuscita dalle fonti fossili, rifiutando il progetto del CCS, dismettendo definitivamente le estrazioni vicine alla costa, e sicuramente non potenziando quelle in aree dove gli stessi piani governativi non consentono di realizzarne di nuove.

Anche se Ravenna Coraggiosa si consola rivendicando di aver ottenuto modifiche “pesanti” al testo proposto dai pasdaran dell’estrattivismo,  ed auspichi che questo passaggio “non  divenga motivo per ridurre l’impegno per la transizione ecologica o frenare sugli obiettivi alti di riduzione delle emissioni di gas serra cui siamo chiamati per la sopravvivenza del Pianeta”, non manca di affermare che si deve pur prendere atto dell’ “immediata necessità di sostituire e diversificare gli approvvigionamenti energetici – in particolare di gas metano provenienti dalla Russia – con interventi transitori, urgenti, ambientalmente verificati dalle autorità competenti, sostenibili, reversibili e temporanei”, senza però spiegare in alcun modo come e quanto sarebbe sostenibile riempire l’adriatico di pozzi di estrazione, di navi gasiere, di condotte per il trasferimento del gas, di enormi navi rigassificatrici che sversano tonnellate di cloro nell’acqua, e quanto sarebbe transitorio montare strutture enormi e complicate, che richiedono almeno due anni per essere operative (due anni nei quali ben altre cose si potrebbero fare in campo energetico). Confondendo le idee sul tema dell’ immediata necessità, proprio perché i risultati delle nuove estrazioni e delle maxistrutture gasiere non saranno affatto immediati, e anche su quello degli interventi ambientalmente verificati, perché la procedura d’emergenza invocata, e la nomina del Commissario Straordinario, come ben si sa, vengono utilizzate proprio per bypassare verifiche e valutazioni altrimenti doverose.

Noi non ci accontentiamo certo di sentire declamare:“Avanti dunque col progetto AGNES e la diffusione di impianti eolici e fotovoltaici in mare. Avanti con le comunità energetiche che sono anche una risposta alla povertà energetica e diminuiscono disuguaglianze. Avanti con un fondo annuale significativo che consenta in 10 anni di progettare e finanziare (anche con finanziamenti europei, nazionali e regionali) interventi di riqualificazione di edifici pubblici e case di edilizia economica popolare con il miglioramento dell’efficienza energetica, della sicurezza sismica e con l’inserimento di solare termico e fotovoltaico  se poi queste proposte si scontrano con ostacoli di ogni tipo mentre sul gas si stabiliscono procedure d’urgenza. E non vogliamo sentir dire:” Avanti col graduale calo della componente fossile nel mix energetico nazionale” se  nella realtà si prevede e si attua un suo potenziamento sine die.  I consiglieri di Coraggiosa  affermano:”Ma questa non può essere la nostra strategia energetica, che invece deve essere di decarbonizzazione, di spinta sulle rinnovabili. Occorre lavorare con forza e determinazione per evitare quel rischio, per non lasciare spazio a velleitari ritorni al passato, per impedire la costruzione di un nuovo senso comune che mette la transizione in un angolo di fronte alle preoccupazioni della comunità, di famiglie e imprese.”. Ma intanto quella strategia energetica la votano.

O non hanno capito bene come stanno le cose, e questo sarebbe assai grave, o in nome della realpolitik e della tutela del quadro politico, hanno deciso di chiudere entrambi gli occhi su quella dell’ambiente. E questo sarebbe ancora più grave.”