La raccolta 2020 dei cereali a paglia delle CAB si è chiusa a 229mila quintali, in leggera contrazione rispetto ai volumi record del 2019 pari a 240mila quintali. I quantitativi registrati confermano la tendenziale crescita nel lungo periodo di questo comparto, fiore all’occhiello dell’agricoltura ravennate. Un dato significativo riguarda il calo delle superfici coltivate in regime di agricoltura biologica e dedicate ai cereali autunno-vernini a seguito delle rotazioni colturali, passate dai 576 ettari del 2019 a 325 ettari, ovvero dal 15% a circa il 9% del totale.
Tutte le produzioni sono di ottima qualità, sia quelle coltivate col metodo della produzione integrata sia in biologico: i parametri qualitativi, le caratteristiche panificatorie e pastificatorie sono molto buoni. Stesso risultato per gli aspetti sanitari, con l’assenza di micotossine.
I prezzi purtroppo, ancora una volta, non sono all’altezza: dopo un avvio di campagna positivo, che aveva fatto ben pensare, le attuali quotazioni non sono sufficienti nemmeno a recuperare i costi di produzione; la speranza è che possano migliorare durante la seconda parte della stagione commerciale. Da segnalare che gran parte di queste produzioni è destinata alla filiera delle sementi certificate, ormai da anni vera e propria filiera di eccellenza di queste cooperative. “Rispetto al tema delle quotazioni mi preme sottolineare la necessità di contrastare la concorrenza sleale a livello internazionale e governare i mercati europei”, dichiara il direttore di Promosagri Massimo Bondi.
In generale, la flessione dei volumi è da ricondursi a un sensibile calo delle superfici dedicate: da 3.720 ettari coltivati a cereali da paglia nel 2019 si è passati a 3.523 ettari di quest’anno. In particolare 2.125 ettari erano a grano tenero, 1.224 a grano duro e soli 174 a orzo (lo scorso anno erano 521 ettari). “Un risultato interessante, raggiunto nonostante le difficili condizioni meteorologiche, dovute soprattutto al lungo periodo di siccità”, sottolinea Bondi.
Per il frumento tenero in produzione integrata il rendimento medio ottenuto è stato di 67 quintali/ettaro, mentre per biologico si confermano circa 64 quintali/ettaro. Stesso andamento positivo per il frumento duro grazie a una produzione media pari a 65 quintali/ettaro per l’integrato e di circa 49 quintali/ettaro per il bio.
Più complessa la stagione dell’orzo con volumi in netto calo rispetto ai risultati straordinari del 2019: la media per il prodotto in agricoltura a lotta integrata è stata pari a 51,85 quintali/ettaro mentre per il biologico a 57 quintali/ettaro.